Sul piatto ci sono i soldi per 5 mila assunzioni a tempo indeterminato. Anche se il budget iniziale di 100 milioni stanziato dal governo è stato dimezzato in commissione Bilancio durante la settimana di votazioni della Finanziaria della Regione Siciliana, perché è prevedibile che i contratti possano scattare solo da giugno 2024. E così la misura simbolo della manovra Schifani-Falcone, il cosiddetto Piano per l’occupazione, ha adesso un volto un po’ diverso da quello disegnato dalla giunta.
La norma prevede che ogni nuova assunzione porti con sé una dote di 10 mila euro all’anno per tre anni a vantaggio dell’impresa. In pratica gli imprenditori che stipuleranno contratti a tempo indeterminato vedranno uno sconto di 10 mila euro all’anno sul costo del lavoro. Ad avvantaggiarsi del contributo saranno grazie a un emendamento della leghista Marianna Caronia anche le microimprese, oltre le piccole e medie imprese da sempre previste nel testo, «aventi un’unità produttiva nel territorio siciliano».
Il contributo della Regione sale a 40 mila euro, sempre nel triennio, «quando le assunzioni o trasformazioni di contratti a termine riguardino lavoratori con cittadinanza italiana provenienti da imprese aventi sede e operanti esclusivamente fuori dal territorio italiano da almeno 24 mesi». Una misura destinata a favorire cosiddetti cervelli di ritorno.
La modifica più importante introdotta in commissione riguarda l’erogazione di questi fondi. Non avverrà più come era stato previsto dal governo, con un meccanismo automatico di richiesta da parte dell’imprenditore, ma attraverso la partecipazione a un bando pubblico per il quale vengono stanziati 50 milioni. È una novità di grande peso, perché dividendo il budget per il contributo è facile calcolare che così, almeno nel primo anno, la Regione riuscirà a finanziare 5 mila nuovi posti a tempo indeterminato. Era previsto che fossero il doppio ma gli emendamenti trasversali approvati in commissione hanno svuotato il salvadanaio che Falcone aveva deciso di utilizzare per la norma manifesto della Finanziaria 2024. Ma c’è anche un’altra motivazione, che illustra proprio Falcone: «Poiché questa norma ha bisogno di un via libera da parte dell’Ue, trattandosi di aiuti alle imprese, ci stiamo muovendo prevedendo di non poterla attuare prima di giugno. A quel punto, essendo nella seconda metà dell’anno servirà la metà del budget previsto». E un ultimo emendamento approvato in commissione introduce un paletto notevole per le assunzioni: «I contributi sono erogati solo se il lavoratore assunto versava da almeno tre mesi in stato di disoccupazione o inoccupazione». È un’altra modifica proposta dalla leghista Caronia per evitare il bluff di imprenditori che potrebbero licenziare e poi riassumere gli stessi lavoratori per il contributo.
La norma voluta da Falcone e Schifani è passata con l’astensione delle opposizioni e dunque anche in aula potrebbe essere fra quelle con meno ostacoli, da approvare già nelle prima votazioni fra giovedì e sabato. Su molte altre misure invece si annuncia battaglia. E Pd, grillini e Sud chiama Nord da sabato chiedono ufficialmente di fermare l’intero iter e rinviare tutto a gennaio. Non un clima ideale per iniziare a votare.
La battaglia più dura, ca va sans dire, si annuncia sulle tabelle che stanziano contributi a pioggia e finanziamenti ordinari a tutta la galassia che ruota intorno alla Regione. Fra questi finanziamenti, alcuni hanno carattere sociale: come quello destinato alla missione Speranza e Carità, fondata da Biagio Conte, che avrà l’anno prossimo 200 mila euro invece dei 120 mila del 2023. I fondi alle compagnie dei bus che assicurano il trasporto pubblico locale scendono da 180,5 a 171,5 milioni. Il budget per i collegamenti marittimi con le isole minori sale invece da 66,2 a 67 milioni. E i contributi per i collegamenti aerei passano da 12,5 a 19,7 milioni.
Crescono i budget per i teatri. Lo Stabile di Catania passa da 2 milioni e 431 mila euro a 2 milioni e 550 mila euro, il Bellini si vede confermare i 14,2 milioni di quest’anno. Il Massimo di Palermo avrà 7 milioni e mezzo invece dei 7,2 di quest’anno. L’Orchestra sinfonica siciliana sale da 7,6 a 8,2 milioni e il Biondo da 2,6 a 2,8 milioni. Il budget del teatro di Messina sale da 4,3 a 4,8 milioni, quello per il Brass Group da 532 mila a 562 mila euro. L’Istituto del Dramma antico avrà 725.675 euro invece di 705 mila. Solo Taormina Arte vede scendere il contributo della Regione da un milione e 533 mila euro a 1,3 milioni.
Scopri di più nell’edizione digitale
Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.
Caricamento commenti
Commenta la notizia