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Palermo, fra un anno gli autobus elettrici: in appalto la fornitura di colonnine per la ricarica

L’amministrazione punta a sostituire l’intera flotta: 125 i nuovi mezzi già ordinati

Sul piatto ci sono 5,7 milioni di euro. Piazzati nell’appalto per la realizzazione di colonnine elettriche di ricarica dei bus urbani di Palermo. Mezzi che ancora non ci sono, ma l’infrastruttura è meglio averla prima: altrimenti, si rischia di avere una flotta nuova, ma senza possibilità di metterla in movimento.

La flotta di cui si parla è quella di 125 bus il cui ordine d’acquisto da parte del Comune è già partito ed ha un valore di 89 milioni di euro. Ovviamente serviranno all’Amat, l’azienda partecipata del trasporto urbano. Si stima che la consegna avverrà esattamente fra un anno, fra l’ottobre e il novembre del 2024. Si tratta di mezzi moderni, altamente performanti, che però rappresenteranno una sfida per l’azienda visto che sarà tutta un’altra forma di gestione, anche nel calibrare l’autonomia di ciascun mezzo, visto che ci sarà la totale dismissione dei mezzi a carburante.  Non solo, ma pensate anche alle competenze che deve acquisire il personale dell’officina, che avrà a che fare con motori del tutto diversi rispetto a quelli fin qui conosciuti.

Nell’appalto in questione, i cui termini di partecipazione scadono a fine mese, sono previste centraline a ricarica lenta e altre a ricarica veloce. La richiesta dell’amministrazione è di avere «colonnine» nei depositi di Roccazzo, in piazza Salerno (lo Stadio delle Palme) e in piazzale John Lennon (chiamato spesso piazzale Giotto). Anche in questo caso i fondi sono quelli del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Palazzo delle Aquile, inoltre, è anche stazione di committenza per l’acquisto di altri 18 bus elettrici da 12 metri per una spesa di circa 17 milioni. In questo caso, però, la fonte di finanziamento è diversa, cioè il Pnms. Si tratta di una fetta di quei 2,2 miliardi di euro che il governo ha destinato alle Regioni per l’acquisto di autobus a trazione alternativa (elettrici, a metano o a idrogeno) sulla base delle disposizioni del Piano strategico nazionale della mobilità sostenibile.

Ora, le stazioni di ricarica secondo le specifiche individuate nella gara, dovrebbero consentire di fare il «pieno» in 7 ore. Ma ci sono anche quelle che offrono in pochi minuti una ricarica che può evitare al mezzo di rimanere in panne o consentirgli di completare il turno di servizio. Il progetto, in sostanza, è quello di sostituire l’intera flotta. Del resto quella esistente è piuttosto vecchiotta, con un’età media degli autobus di circa undici anni.

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