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Vent'anni fa la strage di Nassiriya, il figlio del carabiniere di Monreale Intravaia: «Appello per la medaglia d'oro»

I familiari delle 6 vittime siciliane chiedono un'attenzione diversa nel ventennale dell'attentato in Iraq

«Il 12 novembre ricorre il ventennale dell’attentato di Nassiriya, la più grande strage di militari italiani dal dopoguerra. In questa occasione ci saremmo aspettati una sensibilità diversa per quello che mio padre e le altre vittime hanno fatto per lo Stato, decidendo di rimanere in Iraq nonostante l’alto rischio a cui erano esposti, scelta che hanno pagato con la vita. Lancio un appello a Mattarella, Meloni e Crosetto affinché vogliano dopo 20 anni concedere alla memoria dei caduti di Nassiriya la medaglia d’oro al valor militare». Così Marco Intravaia, figlio del vicebrigadiere di Monreale Domenico, una delle vittime della strage di Nassiriya, il quale lancia l’appello anche a nome dei familiari degli altri caduti.

La strage

Una data dolorosa per l’Italia che ogni anno rinnova una ferita mai rimarginata: la strage del 12 novembre 2003, quando un camion carico di esplosivi si schiantò sulla base Maestrale a Nassiriya, uno dei quartier generali del contingente italiano, impegnato in una spedizione di peacekeeping per la missione «Antica Babilonia». L’attentato provocò 28 morti, 19 italiani e 9 iracheni. Persero la vita dodici carabinieri, 5 militari dell’Esercito Italiano, un cooperante internazionale e un regista. Nell’esplosione rimase coinvolta anche la troupe del regista Stefano Rolla che si trovava sul luogo per girare uno sceneggiato sulla ricostruzione a Nassiriya da parte dei soldati italiani, nonché i militari dell’esercito italiano di scorta alla troupe, che si erano fermati lì per una sosta logistica.

Le 6 vittime siciliane

Furono 6 le vittime siciliane: Horacio Majorana di Catania, Giuseppe Coletta di Avola, Giovanni Cavallaro di Messina, Emanuele Ferraro di Carlentini, Alfio Ragazzi di Messina e Ivan Ghitti, milanese ma originario di San Fratello.

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