Situazione disperata. Da anni, non da oggi. Ma oggi sulla società dei rifiuti si allunga l’ombra della privatizzazione. O salvataggio o morte, per la Rap che non riesce a pulire tutta la città dalla spazzatura, che ha il 70% dei mezzi fermi per guasti, che non riesce a rinforzare la platea di operatori ecologici, che va avanti con le procedure di due concorsi ma con il freno a mano. Perché «del doman non c’è certezza». Verità amara senza sorpresa. All’indomani dell’ultima inchiesta sugli operai assenteisti e l’«anatema» del sindaco sul funzionamento del servizio di raccolta, il presidente Giuseppe Todaro (nella foto) si è rimesso al lavoro in direzione salvataggio. Una missione che riteneva «quasi impossibile» già mesi fa, quando si è insediato negli uffici di piazzetta Cairoli. «Bisogna provare a vedere se c’è la speranza di migliorare una situazione che era già disperata - commenta - . Le problematiche ataviche, pochi uomini e mezzi, non sono risolte. Per le ditte private che fanno la manutenzione dei mezzi siamo cattivi pagatori e spesso si accumulano ritardi per i ricambi. Come pretendere di più? Sono in imbarazzo».
La prossima settimana arriveranno finalmente i primi nuovi mezzi destinati alla differenziata. Per gli autocompattatori usati per togliere la spazzatura ordinaria bisognerà invece attendere almeno altri 6-8 mesi. Ieri alcuni passaggi di bonifica sulle discariche distribuite sopratutto in periferia. La Rap ha inoltre messo in campo 5 squadre straordinarie con al seguito pala meccanica e compattatore sui tre turni. Intanto la città soffoca, sommersa da resto di cibo e sacchetti maleodoranti.
Un servizio completo di Connie Transirico sull'edizione di Palermo del Giornale di Sicilia in edicola oggi
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