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Palermo, i tanti morti della via Messina Marine al buio: ora il Comune ha i soldi, ma gli impianti da rifare sono molti

L'incidente in cui ha perso la vita un ciclista ha rispolverato le proteste di chi vive e lavora in una strada che ha l'illuminazione a punti luce alternati

Via Messina Marine: il punto in cui ha perso la vita un ciclista in un incidente (foto Fucarini)

Ha risvegliato l'ira di chi vive e lavora in via Messina Marine, a Palermo, l’incidente avvenuto giovedì notte, fra il 7 e l'8 settembre, nel quale ha perso la vita un uomo originario del Bangladesh, che viaggiava sulla sua bici ed è stato travolto da un automobilista di 24 anni, negativo all’alcol test, che subito avrebbe riferito di non averlo visto per il buio. La scarsa illuminazione della lunga arteria che dal porticciolo di Sant'Erasmo arriva fino al confine con Villabate è da tempo al centro delle proteste dei residenti.

Amg Energia ha precisato che nei circa tre chilometri compresi fra via XXVII Maggio e viale Amedeo d’Aosta, che comprende anche il punto in cui si è verificato l'incidente, l’illuminazione è in funzione a punti luce alternati in attesa che gli uffici comunali autorizzino e finanzino un intervento di manutenzione straordinaria. E dal Comune rispondono - alla società che gestisce l'illuminazione pubblica in città e nello stesso tempo agli utenti - che adesso ci sono delle risorse, seppure limitate, per questo genere di interventi. Ma al momento non viene indicata la certezza di una manutenzione straordinaria sull'impianto di via Messina Marine.

«Senza entrare nel dettaglio della dolorosa vicenda - spiega l'assessore comunale Maurizio Carta, che fra le tante deleghe ha quella ai Rapporti con l'Amg -  in linea generale il Comune, dopo anni di dissesto, ha finalmente previsto delle somme aggiuntive per la manutenzione dei pali dell’illuminazione in tutta la città, che saranno disponibili a seguito dell’approvazione del consuntivo che è in discussione in questi giorni in Consiglio. Il contatto tra Amg Energia e gli uffici deputati alla manutenzione delle reti di illuminazione è costante e non ci sono ritardi autorizzativi. Ogni esigenza viene affrontata nell’ambito della disponibilità di risorse. Il Comune sta procedendo alla sostituzione di numerose linee di impianti di illuminazione in varie zone, soprattutto nelle periferie. Alcune sono già completate».

In via Messina Marine sperano che sia la volta buona, dopo avere assistito negli anni a tanti incidenti. L'ultimo giovedì notte, intorno alle 2.30. La vittima è Hasan Ruhel, 35 anni, originario del Bangladesh, morto a causa di uno scontro avvenuto in via Messina Marine all’altezza della Gelateria del Mare, di fronte al civico 301, non lontano dall’ospedale Buccheri La Ferla. L’extracomunitario, che era in bicicletta, è stato trascinato per alcuni metri da una Fiat 500, guidata da un ragazzo di 24 anni che stava andando a lavorare. Ad avere un peso sul tragico incidente potrebbe essere stata proprio la scarsa illuminazione di via Messina Marine.

Il personale dell’Infortunistica ha eseguito i rilievi nel tentativo di ricostruire la dinamica. Secondo alcuni testimoni, il bengalese era in sella alla sua bici ma il giovane automobilista non l'avrebbe  visto, facendolo cadere sull’asfalto. Il colpo è stato violentissimo: il personale del 118, arrivato sul posto con l’ambulanza, non ha potuto fare altro che constatare la morte del bengalese. Gli agenti della polizia municipale, dopo avere identificato il conducente dell’auto, hanno effettuato gli esami tossicologici e il guidatore della Fiat 500 è risultato negativo all’alcol test: il giovane, però, rischia di essere iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio stradale.

Proprio in via Messina Marine, a poca distanza dal punto dell'incidente che ha causato la morte di Hasan Ruhel, il 27 aprile del 2017 aveva perso la vita Giuseppe Gambino, 33 anni, banconista della gelateria Ilardo del Foro Italico. L’incidente avvenne intorno all’una di notte, all’altezza dell’incrocio con via Amedeo d’Aosta. Quella sera Gambino era appena tornato dal lavoro e aveva deciso di lasciare lo scooter a casa e di prendere la sua bicicletta per raggiungere l’abitazione della madre. Poco dopo essersi messo in sella era però avvenne l’impatto con un Suv Bmw X1, che non lasciò scampo al banconista.

A denunciare la situazione Giovanni Colletti, consigliere della Seconda Circoscrizione: «Sta diventando una strada piena di lapidi - sottolinea -. L’illuminazione a punti luce alternati non è sufficiente. Stiamo parlando di impianti realizzati negli anni Sessanta, che vanno spesso in cortocircuito lasciando la carreggiata al buio. Abbiamo chiesto di sistemare i dossi per limitare la velocità ma ci è stato risposto che in questo tratto è vietato dalla legge. E hanno detto no anche ai semafori pedonali perché ostacolerebbero il transito dei mezzi di soccorsi diretti al Buccheri La Ferla».

Via Messina Marine rimane tra le più pericolose della città. A metterlo nero su bianco era stato pure il gup del Tribunale Fabio Pilato, il quale l’anno scorso aveva scagionato un uomo di 55 anni dall’accusa di omicidio stradale nei confronti di Salvatore Guercio, che all’epoca aveva 73 anni. L’anziano fu travolto da un’auto in via Messina Marine, nel momento in cui era sceso a gettare l’immondizia poco prima della mezzanotte. In quell’occasione il giudice mise in evidenza che l’incidente mortale, alla vigilia del Capodanno 2020, fu causato dalla cattiva o inesistente illuminazione e dalle condizioni pessime della strada e non dal modo di guidare dell’automobilista.

Nella foto via Messina Marine di sera nel punto in cui ha perso la vita Hasan Ruhel, ciclista travolto da un'auto (foto Fucarini)

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