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Consiglio comunale di Palermo a Brancaccio, Lagalla: "Niente passerelle e inutili promesse"

Questa mattina in piazza Anita Garibaldi, dove padre Pino Puglisi fu sorpreso e ucciso alle spalle dai killer della mafia, gli inquilini di Sala delle Lapidi si sono riuniti in assemblea

Impegni «sostenibili», come ha sottolineato il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla per il rilancio di Brancaccio, il quartiere dove 30 anni fa ha operato padre Pino Puglisi. A pochi giorni dall’anniversario dell’omicidio del parroco per mano di cosa nostra, il consiglio comunale ha voluto ricordare l’importantissima figura del prete che lottò e stravolse la storia palermitana della lotta alla criminalità organizzata.

Questa mattina (11 settembre) alle 10 in piazza Anita Garibaldi, dove Puglisi fu sorpreso alle spalle dai killer della mafia, gli inquilini di Sala delle Lapidi si sono riuniti in assemblea. Un gesto riproposto dopo la riunione che si svolse nella scuola Falcone dello Zen - dove Lagalla ha promesso di tornare a breve - dopo l’arresto della ex preside del plesso scolastico, Daniela Lo Verde.

«Lungi dalle passerelle - ha voluto subito sottolineare il primo cittadino - e da promesse vane. Questa iniziativa si colloca in una logica di democrazia partecipata e attenzione ai problemi delle periferie urbane ai quali l’amministrazione  comunale chiamata a dare risposta con la concretezza dei progetti e con la conseguente capacità di realizzazione».

Il consiglio ha voluto assumere difronte alla cittadinanza presente impegni sostenibili, «in quella cornice di sinergia - ha proseguito il sindaco - che si incarna nella famosa frase di Pino Puglisi "se ognuno fa qualcosa". Presente anche Antonello Cracolici, presidente della Commissione regionale Antimafia, per lui «un’occasione per affermare ciò che ancora bisogna fare. Pino Puglisi viveva per ricucire il rapporto tra la città e le periferie - ha sottolineato - e questo è ancora un grande tema: alcune cose sono cambiate, ma c’ancora molto da fare. Sono ancora luogo di solitudine e isolamento e non lo possiamo permettere».

A 30 anni dall’eccidio, qualcosa è sicuramente cambiato, ma non basta: «Non è cambiato totalmente - ha detto don Maurizio Francofonte, parroco della chiesa di San Gaetano a Brancaccio, la stessa chiesa dove padre Pino operava - ma molte dinamiche rimangono ugualmente. Rimaniamo una periferia, in una situazione di disagio. Non ci evolviamo da questa dimensione. Cosa chiediamo alle istituzioni? Di essere presenti ed efficaci per il territorio».

Nel video le interviste a Roberto Lagalla, sindaco di Palermo; Antonello Cracolici, presidente della Commissione regionale Antimafia; Maurizio Francofonte, parroco della chiesa di San Gaetano a Brancaccio

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