Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Addio a Pino Di Trapani, l'assessore dei mondiali di calcio a Palermo

Aveva 88 anni, ricordato come l’amministratore che portò Italia '90 nel capoluogo siciliano

Palermo perde l’assessore dei mondiali di calcio. Pino Di Trapani, figura di spicco della Democrazia Cristiana palermitana e siciliana negli anni ’80 e ’90, si è spento all’età di 88 anni. Grande esperto e cultore dell’attività cinofila, tanto da partecipare e vincere importanti concorsi, e serio appassionato e innamorato dell’attività politica, Palermo lo ha sempre ricordato come l’amministratore che portò Italia '90 nel capoluogo siciliano. Il riferimento, è alla 14esima edizione della Coppa del mondo: se la città ha vissuto quelle notti magiche che fecero sognare per un’estate l’intero Paese, almeno fino a quel maledetto gol di Claudio Caniggia, lo si deve a lui: da assessore comunale ai Lavori pubblici, fu artefice della riqualificazione e dell’ampliamento dello stadio della «Favorita», lavori che permisero alla città di cominciare a respirare grande calcio.

A Palermo si giocarono tre gare del girone F - diviso con la cornice del Sant’Elia di Cagliari - che comprendeva Inghilterra, Irlanda, Olanda ed Egitto. Il 12 giugno esordì l’Olanda contro l’Egitto (1-1), poi, cinque giorni dopo, lo 0-0 dell’Irlanda del Nord sempre contro la formazione egiziana e un altro 1-1 tra Olanda e Irlanda. Ma la ciliegina sulla torta fu la visita in città dell’allora presidente della Fifa, Joao Havelange, e il suo segretario, nonché successore nel 1998, Joseph Blatter.

«Tutti ricordano mio padre per i mondali di Italia ’90 - racconta con voce rotta dalla commozione il figlio Giovanni - fu una delle più importanti opere che fece mio padre ma non l’unica». Ai Lavori pubblici Di Trapani fu fautore della costruzione di molte scuole, si occupò dell’urbanistica della città, della viabilità dello Zen e spinse per costruire il Velodromo, oggi intitolato al giudice Paolo Borsellino, grande amante del ciclismo: «È stata l’opera a cui era più legato - prosegue Giovanni - lo ha fortemente voluto e grazie al presidente Sergio Mattarella, allora ministro della Repubblica, e a Leoluca Orlando, con cui si scontrò un po’, si riuscirono ad intercettare dei fondi per tirare su l’opera. Ne ha sempre parlato con fierezza, è stata l’idea che più lo ha reso orgoglioso del suo operato».

Il velodromo fu inaugurato nel 1991, con una sfida evento tra il velocista tedesco Michael Hubner l’italiano Claudio Golinelli e nel 1994 vide il campionato del mondo di ciclismo su pista.

«Mio padre era un grande appassionato di questo sport - ricorda Giovanni - e riuscii a cogliere l’opportunità e l’importanza che poteva rappresentare la struttura per la città di Palermo». La politica è stata la passione conosciuta ai più, ma in pochi conoscevano il suo secondo amore, quello per i cani. «Era un cinofilo - spiega il figlio - la sua razza preferita era il Pointer Inglese. Vinse molti concorsi, riuscendo a trionfare anche nel campionato mondiale di bellezza di Milano. Arrivò primo nella categoria riservata ai soli maschi, mentre raggiunse il secondo posto nella categoria mista, maschi e femmine». Tra uno schiarimento di voce per mascherare la commozione e qualche sorriso, Giovanni ha poi ricordato «la grande passione che metteva in tutto ciò che faceva. Mi ripeterò, ma ciò che lo ha inorgoglito di più è stata la realizzazione del velodromo. Parliamo di uno degli ultimi momenti in cui Palermo ha visto la realizzazione di grandi opere».

Nella foto: Di Trapani, al centro, con lo storico presidente del Palermo, Renzo Barbera (alla sua destra) e Joao Havelange, ex numero uno della Federazione mondiale di calcio (alla sua sinistra)

Caricamento commenti

Commenta la notizia