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Renzi a Terrasini: la Sicilia si salva con il lavoro, col sussidio solo schiavi

L'ex premier attacca: il Pd è diventato la sesta stella di Conte

Un momento della conferenza stampa del Leader di Italia Viva Matteo Renzi

Il partito di cui è stato segretario, il Pd, «è diventato grillino, la sesta stella di Conte».
E ai dem, che in un altro tempo hanno votato il jobs act, Matteo Renzi dice che il provvedimento ha creato un milione di posti di lavoro. Il leader di Idv comincia la giornata in televisione, ad Agorà, e chiude a Terrasini, ameno luogo del Palermitano dove incontra i partecipanti alla scuola di formazione politica Meritare l’Europa, insieme al senatore Davide Faraone: «Ormai siamo una coppia di fatto».

In attesa che si concretizzi la sua recente idea di Centro, l’ex premier prende le distanze dal «populismo di sinistra di Conte e Schlein» e dal «sovranismo di destra di Meloni e Salvini, che fanno populismo e un decreto legge su ogni fatto di cronaca».
Il Centro che immagina Renzi «è inteso come spazio di riformismo e valori che non sono di chi dice “facciamo affogare i migranti”». Ma sono ancora i dem e i 5 stelle a irritarlo: «Trovo abbastanza sconvolgente che in questo ultimo mese il Pd abbia sostenuto le misure del governo, ad esempio sulle banche. Il M5s sostiene il governo sulle questioni della Rai, noi abbiamo fatto un’opposizione a questo governo durissima».

Sospettato di desiderare un abbassamento al 3% della soglia di sbarramento per le elezioni, Renzi rassicura che per lui la legge non va cambiata: «Il governo Meloni ha fatto aumentare la benzina, l’inflazione picchia durissimo, sta per ripartire la scuola con costi superiori e davanti a questo caos vogliamo metterci a parlare della soglia di sbarramento? Ci prendono per matti». Quanto ai consensi, il leader di Iv conta su chi ha votato Terzo polo, su un pezzo di Pd «che non può accettare la deriva a sinistra della Schlein» e su una parte di Forza Italia “che votava per Berlusconi e ora non può votare Salvini e Meloni, perché quando c’era Berlusconi era Forza Italia ma ora, con tutto il rispetto, con Tajani è forse Italia».
A Giorgia Meloni suggerisce che sul patto di stabilità «deve avere il sostegno di tutti, dovrebbe fare alleanze in Europa, con Macron, con Scholz, non deve muoversi da sola, altrimenti perde. La bussola è l’intervento di Draghi sull’Economist che Meloni dovrebbe stampare».
Nello smentire qualunque ipotesi di appoggio al governo, Renzi sottolinea che Iv è all’opposizione di un esecutivo che “fa retromarcia su tutto», pur definendo la propria azione «un’opposizione diversa». Ma «su riforme istituzionali e giustizia, se Meloni non fa retromarcia anche su questo, noi certamente siamo a favore dell’elezione diretta del premier e della separazione delle carriere. Siamo d’accordo con la premier perché significa essere d’accordo con noi stessi».

Infine, alla Sicilia dell’atavica disoccupazione dice: «Questa terra si salva con il lavoro, per combattere la criminalità serve il lavoro, pagato meglio. Non serve il sussidio, che rende schiave le persone».

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