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Palermo, stretta sulle aziende comunali dalle mani bucate

Le partecipate spendono troppo per avvocati, incarichi professionali, tablet e iphone. Necessario il contenimento dei costi: il vicesindaco Carolina Varchi predispone rigidi controlli

Il sindaco Roberto Lagalla e il vicesindaco Carolina Varchi

Incarichi professionali, acquisto di tablet e iphone, spese legali che sembrano impazzite. Secondo gli uffici che controllano l'andamento dei costi, le spese delle aziende partecipate devono contenersi. Il messaggio alle aziende è stato lanciato ed è chiaro: bisogna stringere la cinghia e stare dentro alla programmazione. Basta spese estemporanee. E, soprattutto, contenimento della spesa sotto soglia, quella sotto i 40 mila euro, che consente di aggirare lacci e laccioli delle gare. Questo, in sostanza, quanto espressamente previsto dalla direttiva firmata dal vicesindaco Carolina Varchi, in cui si ribadisce che ne va del piano di riequilibrio, che potrebbe saltare se i conti delle aziende vanno a ramengo. E a tal proposito ha fissato una serie di controlli preventivi sui centri di spesa particolarmente rigidi.

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