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L’Asp di Palermo riduce le liste d'attesa: da 22 mila le richieste ora sono 3.605

Azzerati i tempi di attesa per le ricette con priorità urgente (entro 48 ore) e breve (entro 10 giorni), rimangono da soddisfare 271 richieste differibili (entro un mese) e 3.334 programmabili (entro 90 giorni)

Daniela Faraoni

Erano 22 mila le prestazioni specialistiche da recuperare all’Asp di Palermo a fine 2022, un dato che si è ridotto a 3.605 richieste nell’ultima verifica di ieri mattina. Azzerati i tempi di attesa per le ricette con priorità «Urgente» (entro 48 ore) e «Breve» (entro 10 giorni), rimangono da soddisfare 271 richieste «Differibili» (entro un mese) e 3.334 per «Programmabile» (entro 90 giorni).

«Il lavoro di verifica delle liste d’attesa, con tantissime duplicazioni di richieste, un corretto esame di quelle già assicurate agli utenti e l’impegno profuso dall’organizzazione sin dalla fine della pandemia - spiega il commissario straordinario dell’Asp di Palermo Daniela Faraoni - hanno consentito di assicurare una risposta più coerente al fabbisogno esistente, eliminando anche dati non coerenti con la realtà. Il numero emerso dall’ultima ricognizione ci conforta sulla risposta tempestiva che si può dare agli utenti con necessità più urgenti di visite. Contiamo di smaltire in breve - aggiunge - anche le richieste con priorità D e P. Sono state anche soddisfatte il 90% delle richieste pervenute allo sportello online e, anche in questo caso, contiamo di azzerare il dato in brevissimo tempo».

Negli sportelli dell’Asp di Palermo sono mediamente 1.500 le prenotazioni che quotidianamente vengono richieste al Cup (comprese quelle in modalità online), mentre sono state oltre 300 mila le prestazioni specialistiche assicurate nel primo semestre di quest’anno dagli ambulatori di Asp Palermo. “L’operazione di revisione e di reale rappresentazione delle liste d’attesa - sottolinea Faraoni - ha evidenziato criticità esistenti nei processi, imputabili all’organizzazione soprattutto dei distretti sanitari e dei Pta, dove la logica dell’accesso alle attività da parte dei liberi professionisti convenzionati non sempre si concilia con il rigore e la puntualità che il cittadino si aspetta giustamente dal sistema per essere soddisfatto nel suo bisogno di salute».

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