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Palermo, il comune non riesce a vigilare sull'operato delle aziende partecipate

L’Anac contesta i ritardi nelle pubblicazioni di alcuni atti. Il dirigente Pulizzi si difende: «Siamo pochi e senza professionalità adeguate, l'ufficio controllo è una scatola vuota»

Palazzo delle Aquile a Palermo

Non ci sono funzionari e impiegati in numero sufficiente per far funzionare correttamente l'ufficio del Comune che si occupa del Controllo analogo delle società partecipate. Nulla da fare: quello che sulla carta è uno degli snodi fondamentale del piano di riequilibrio non ce la fa. Il dipartimento a sorveglianza delle aziende per evitare che i loro bilanci entrino in crisi coinvolgendo il socio unico getta la spugna e il suo dirigente è costretto a usare una frase forte: siamo «una scatola vuota». Di fronte al richiamo dell'Anac (l'autorità anticorruzione), che ha invitato la struttura a pubblicare alcune attestazioni in nome della trasparenza, Roberto Pulizzi è stato chiaro, limpido, senza peli sulla lingua.

La vicenda è contenuta in uno scambio di comunicazioni fra il ragioniere generale, Paolo Basile, e l'amministrazione. Basile parla di «preoccupante riscontro», riferendosi a quanto Pulizzi ha messo nero su bianco rispondendo alle sollecitazioni sulla richiesta Anac.

Ma tant'è. Il dirigente dell'ufficio del Controllo analogo scrive che «anche per tale adempimento (la pubblicazione di alcuni atti, ndr) spiace segnalare l’impossibilità di poterlo garantire nei tempi e nelle modalità richieste. Ciò a causa dell'inadeguatezza delle esigue risorse umane assegnate e della reiterata assenza di figure professionali idonee a tale scopo». Un mezzo disastro, quello dipinto dal burocrate che in queste condizioni non può fare altro che alzare le mani in segno di resa.
Peraltro, pare che il suo grido di dolore sia rimasto inascoltato: «Nonostante le reiterate richieste e relazioni di servizio a cui è seguito il più assoluto silenzio, alcun intervento di riorganizzazione è stato programmato e attuato».
Non nasconde il problema Carolina Varchi, vicesindaco con delega al Bilancio e appunto al Controllo analogo: «Tutti gli uffici del Comune versano in condizioni di dissesto funzionale, ecco perché stiamo investendo molto sulle politiche del personale. L'ufficio autonomo delle partecipate, che io ho fortemente voluto, in fase di riorganizzazione risulta evidentemente carente di personale che possa fronteggiare i numerosi adempimenti che il quadro normativo impone. Naturalmente - assicura con una punta di sfida - questo non mi impedirà di svolgere appieno il controllo analogo, quindi non cederò alla tentazione di facili catastrofismi ma, in seno alla prossima riorganizzazione, prevederemo una funzione dirigenziale in più e verificheremo la disponibilità di funzionari già formati a farne parte». La Varchi ha anche un piano B, se non dovesse essere possibile rifornire i ranghi: « Diversamente ci rivolgeremo all'esterno per espletare tutte le funzioni che la legge ci impone, alle quali non intendo abdicare. Le partecipate hanno un ruolo determinante nel risanamento dell'ente - conclude - e questo ufficio avrà i riconoscimenti che merita».
Una speranza, al momento. Che non impedisce appunto di dimenticare la chiusa finale della lettera di Pulizzi, in cui afferma che «l’ufficio del Controllo analogo del Comune è paragonabile a una scatola vuota e si declina ogni responsabilità per ritardi e inadempimenti».
Parole preoccupanti per il ragioniere che al sindaco, al presidente del Consiglio comunale, all’assessore al Bilancio, al segretario generale e ai revisori, sottolinea quanto l’ufficio sia cruciale «rispetto alle concrete possibilità di risanamento» dei conti. Per cui Basile auspica «un immediato e risoluto intervento al fine di scongiurare le conseguenze dell’impossibilità di effettuare in maniera incisiva il controllo analogo sulle partecipate e garantire il rispetto di tutte le misure inserite a loro carico nella rimodulazione del Piano di riequilibrio».

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