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Varchi alla giornata dell'Agenzia italiana per la gioventù: «È il momento di fare luce su via D'Amelio»

Il vicesindaco e deputato FdI: «La mafia è un cancro ed è quanto di peggiore il genere umano possa avere immaginato. È una lente che distorce tutto ciò che si vede»

«Questo è il momento opportuno affinché le istituzioni, nella loro complessità, facciano la propria parte affinché venga fatta piena luce su quanto accaduto in via D’Amelio nel ‘92». Lo dichiara il vice sindaco di Palermo con delega alla legalità e deputato di Fratelli d'Italia, Carolina Varchi, occasione della giornata organizzata dall’Agenzia italiana per la gioventù. «Paolo Borsellino rappresenta per tutti noi un modello. Pur consapevole del rischio che correva e che spiegò ai suoi familiari, non arretrò di un millimetro rispetto alla ricerca della verità - aggiunge -. Nell’etica del dovere che Falcone e Borsellino portarono fino alle estreme conseguenze, perdendo poi la vita, c’è la chiave di lettura di quella stagione terrificante per la nostra Repubblica, ovvero l’etica di fare il proprio dovere costi quel che costi. La mafia è un cancro ed è quanto di peggiore il genere umano possa avere immaginato. È una lente che distorce tutto ciò che si vede. Ognuno di noi nella propria vita, da studente, da figlio, da semplice cittadino, ha soltanto una bussola da seguire che è quella di fare il proprio dovere».

«Il messaggio più grande che Paolo Borsellino ha potuto lasciare. La legalità non può essere un concetto astratto, ma deve costituire un impegno delle istituzioni. Dove la mafia è riuscita a penetrare, occorre affermare i principi di legalità e trasparenza dell’azione amministrativa per favorire la credibilità delle istituzione e ristabilire la fiducia che i cittadini in esse devono riporre. Paolo Borsellino ha avuto una fiducia smisurata nello Stato che egli stesso rappresentava. Se ciascuno di noi avrà la forza di dire no alla mafia e al malaffare, la mafia come tutti i fatti umani dovrà avere una conclusione. La mafia è quel meccanismo perverso per cui ci viene sottratto ciò che ci appartiene, per poi restituirlo facendoci credere che sia un favore o un’elargizione per la quale dobbiamo essere quasi grati. Questo paradigma culturale va sovvertito e lo possono fare i giovani affermando una nuova cultura e un nuovo respiro di libertà», conclude Varchi.

Nella foto, da sinistra: Federica Celestini Campanari, commissario straordinario Agenzia Italiana per la Gioventù; Carolina Varchi; Giuseppe Antoci, Presidente onorario fondazione Antonino Caponnetto; Chiara Colosimo, Presidente Commissione antimafia Camera dei Deputati.

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