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Controlli sulla movida sì, nuovi divieti no: parlano i sindaci della provincia di Palermo

I locali in centro a Terrasini

La parola d’ordine, come sempre, sarà «equilibrio», ma per i sindaci della provincia di Palermo, chiamati al pari del capoluogo, che già programma un giro di vite, a trovare una sintesi tra le esigenze dei commercianti, la voglia di divertimento degli avventori e la quiete pubblica non sarà cosa semplice, perché l’estate che arriva, dopo anni di freni alzati dal Covid, sul fronte movida si preannuncia caldissima, mentre sulle casse municipali incombe una sentenza emessa di recente dalla Cassazione: se i rumori dello spasso notturno risultano nocivi per la salute di chi abita nelle vicinanze, e se non viene garantito il rispetto alle norme, il Comune ha il dovere di pagare i danni.

Lo sa bene il primo cittadino di Bagheria, Filippo Tripoli, che però, al momento, non ha intenzione di emettere nuove ordinanze in materia, «confidando sull’onestà degli esercenti, i quali sanno bene che dopo mezzanotte la musica deve cessare. Certo, ci sono delle zone particolarmente battute dai giovani anche all’esterno dei locali, e lì faremo di tutto per garantire il sonno dei residenti. Abbiamo già aumentato la videosorveglianza e avviato un progetto per far lavorare un po’ di più la polizia municipale oltre l’ultimo turno delle 20. È tuttavia chiaro che non possiamo fare miracoli, perché non abbiamo molti mezzi e uomini a disposizione, così come le forze dell’ordine. Il problema sono anche i distributori automatici aperti 24 ore, dove i giovani spesso si radunano».

A Carini, invece, più che dai locali o dai self-service, il sindaco Giovì Monteleone è «preoccupato dalle feste organizzate nelle villette private, che spesso, d’estate, finiscono per disturbare il vicinato: un fenomeno difficile da controllare in un territorio vasto come il nostro, anche perché gli agenti della municipale non prestano servizio notturno, mentre nelle ore piccole c’è solo una pattuglia dei carabinieri attiva da Terrasini fino a Isole delle Femmine, che di solito ha compiti più urgenti da svolgere».  Insomma, dice il sindaco di Carini, «sarà dura, e come al solito saranno i primi cittadini a dover sobbarcarsi tutto, a maggior ragione dopo questa sentenza della Cassazione. Detto ciò, non emetterò nuove ordinanze: c’è già una legge nazionale che regola modi e tempi delle emissioni sonore».

Sulla stessa lunghezza d’onda il sindaco di Terrasini, Giosuè Maniaci, che per l’estate rimetterà «gli stessi regolamenti adottati nelle passate stagioni, perché vanno bene come sono: non possiamo stringere ancora, altrimenti una realtà a vocazione turistica come la nostra diventerebbe un mortorio. Ci vuole buon senso».

In quel di Cefalù, invece, il titolare della fascia tricolore, Daniele Tumminello, proprio «alla luce della sentenza della suprema Corte», sta «valutando la situazione: lunedì (domani, ndr) ho in agenda una discussione con la giunta».

Un confronto è in programma anche nel capoluogo di un'altra provincia, ovvero a Trapani, dove il sindaco Giacomo Tranchida ha all'orizzonte «un incontro con tutti i commercianti. E se n’è già discusso anche ad Agrigento, dove il prefetto, Filippo Romano, ha promesso «massima severità» contro chi viola le regole.

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