Cinque proroghe per un servizio tolto dal contratto, ma che di fatto è rimasto, anche se in regime di emergenza e straordinarietà prolungata, nei registri degli interventi della Rap. A Palermo strade colabrodo, buche e rattoppi che minacciano la sicurezza di automobilisti e pedoni sono storia infinita. Finora ha provveduto la società di piazzetta Cairoli, che poi ha presentato al Comune le fatture (sei milioni solo per gli anni 2020 e 2021) per l’impegno dei mezzi e per il materiale acquistato. Ma dalla fine del 2022, scaduto l’ultimo mandato, la faccenda è rimasta in aria, almeno formalmente. Che non è un passaggio da poco, con l’ente intento a dover fare quadrare i conti in vista del piano di riequilibrio. E allora il 26 maggio scorso il ragioniere generale del Comune, Paolo Basile, ha inviato una lettera di chiarimento al sindaco Roberto Lagalla, al capo di gabinetto Sergio Pollicita, al segretario generale Raimondo Liotta, agli assessori Varchi, Mineo e Orlando, al comandante della polizia municipale Margherita Amato, all’Ufficio autonomo controllo Unico per le Partecipate (Giacomo Pulizzi il responsabile) ed al collegio dei revisori. Obiettivo della lettera chiedere di fare attenzione a fare svolgere mansioni che non hanno copertura finanziaria e senza alcuna proroga ufficiale. Pochi giorni prima la Rap aveva fatto presente che, su chiamata dei vigili urbani e della stessa amministrazione, protezione civile, circoscrizioni e utenti, era intervenuta «quotidianamente e senza soluzione di continuità da gennaio 2023, attività riferibili al servizio per il monitoraggio, il pronto intervento ed emergenza della rete stradale». Coperture di buche in strada e sui marciapiedi dissestati pericolosi sono state garantite per mero senso di responsabilità, anche in mancanza di autorizzazione. Ma ora la governance ed il presidente Giuseppe Todaro annunciano lo stop, senza ulteriore avviso, di tutte le attività di pronto intervento sulla rete viaria per tutelare gli interessi dell’azienda, sia sotto il profilo economico che su quello della responsabilità. I crediti per il già fatto restano ovviamente contabilizzati. I tempi si sono allungati fino all’ultima proroga firmata da Lagalla che scadeva appunto a fine 2022. Si tratta della quinta ordinanza urgente: con la delibera comunale di luglio 2020, infatti, alla Rap veniva tolta la manutenzione ordinaria e straordinaria delle superfici viarie e pedonali estese e affidato solo il servizio di monitoraggio della rete stradale cittadina, pronto intervento ed emergenza per il ripristino di inefficienze strutturali fino al 31 marzo 2021. Poi i rinnovi a catena di sei mesi in sei mesi fino ad oggi. Anzi, per essere esatti, fino a qualche giorno fa, quando gli operatori hanno riempito con il catrame due piccole voragini che si erano aperte sull’asfalto a Baida. E ora? Il ragioniere fa suonare il campanello d’allarme. Intanto, si configura l’ipotesi di una violazione delle norme sull'assunzione di impegni e per l’effettuazione di spese da parte delle pubbliche amministrazioni. «Responsabili» sarebbero quindi i funzionari o dirigenti che hanno reso possibili le prestazioni reiterate. Ma c’è di più. Nelle previsioni del bilancio 2023/25 gli stanziamenti per i capitoli di spesa dei servizi di manutenzione delle strade effettuati dalla Rap risultano azzerati. «Si stigmatizza il continuo e non consentito ricorso a prestazioni senza copertura finanziaria - scrive il ragioniere generale - che alimentano il patologico ed illegittimo fenomeno del disallineamento in un contesto nel quale il Comune si trova ad affrontare gravi criticità nell’assicurare la salvaguardia degli equilibri di bilancio in seno al piano di riequilibrio». E non manca la stoccata finale agli uffici per l’assenza di un regolare affidamento del servizio, che mette l’ente a rischio di cause per sinistri stradali. I dirigenti sono invitati «a mettere in atto azioni correttive per fare cessare la violazione delle norme». «La giunta sta predisponendo una determina per assegnare intanto un milione e mezzo alla Rap - dice Alessandro Anello, presidente della commissione Partecipate -. Un incarico temporaneo per arrivare a luglio, quando il servizio sarà assegnato alle imprese aggiudicatarie delle gare previste dall’accordo quadro». «La verità è che l’amministrazione ha provveduto in estremo ritardo alla pubblicazione del bando di gara - chiosa Concetta Amella, componente della commissione -. Il bando è stato pubblicato solo lo scorso marzo, mentre la gara per selezionare gli affidatari privati verrà espletata dall’Urega presumibilmente a luglio. In ogni caso, per poter far partire il servizio occorrerà reperire buona parte dei 46 milioni euro da ripartire tra 8 aziende, una per ciascun lotto. È per averne contezza, occorrerà attendere l'approvazione del bilancio di previsione 2023/2025. Prima di allora bisognerà sperare che nessuno cada o inciampi per le strade o sui marciapiedi».