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Comune di Palermo, sul bilancio a passo lento. E il sindaco sprona la maggioranza

Lagalla a Palazzo delle Aquile

Dopo il ritiro di due delibere «difettose» (diritti portuali e tassa di soggiorno) ma fondamentali per il piano di riequilibrio e dunque per il bilancio, anche ieri è stata una giornata sostanzialmente andata a vuoto per il Consiglio comunale di Palermo: approvato solo il regolamento sulle consulenze esterne del sindaco. Questa volta le pastoie sono arrivate sull’atto che prevede le nuove aliquote dell’addizionale Irpef (su cui comunque la discussione generale è stata chiusa). Le opposizioni hanno chiesto di creare una no tax area di 12 mila euro e addirittura chiedono di sterilizzare la tassa per altri due anni. «Auspichiamo vengano destinate a questo scopo le risorse trasferite dallo Stato, evitando così che a beneficiarne siano indistintamente tutti i cittadini e tutte le cittadine e concentrandole invece sulle fasce più deboli», affermano all’unisono i consiglieri Pd, Progetto Palermo, M5S, Azione e Gruppo Misto.

Si tenta di scrivere gli emendamenti, si chiede tempo, poi cade il numero legale: tutto rinviato a mezzogiorno di oggi. Un’altra seduta sostanzialmente andata a vuoto, a dispetto di quanto annunciato dalla maggioranza che aveva intenzione di andare avanti come un rullo compressore.

Roberto Lagalla, però, non molla la presa. Stressa la sua maggioranza perché vuole il risultato del Bilancio prima possibile, al massimo entro la fine del mese. E non sente ragioni. Ma per come si stanno mettendo le cose i tempi rischiano di allungarsi e questa cosa provoca moto malumore. Ieri a mezzogiorno, nella sala giunta di Palazzo delle Aquile, il sindaco ha convocato la maggioranza. Toni fermi, voce stentorea, linea dritta. «Non mi interessa di tutto il resto - ha detto Lagalla ai suoi -, io voglio che si approvi il bilancio e il riequilibrio. Solo così possiamo cominciare a governare la città». E di fronte ai problemi di alcuni atti ha chiesto al segretario generale un colpo di reni affinché i provvedimenti vengano rivisti alla velocità della luce. Parliamo appunto della delibera sui diritti portuali, sugli impianti sportivi, la tassa di soggiorno e quella sul Cup, il canone unico patrimoniale.

In aula ieri la sferzata del sindaco si è avvertita. L’intervento di Giuseppe Milazzo, di Fratelli d’Italia, in effetti è sembrato quello che politicamente è andato in quella direzione, offrendo alle opposizioni la possibilità di una intesa su alcuni emendamenti «purché stabiliamo - ha detto l’europarlamentare - quale sia il punto di caduta. Perché dobbiamo tutti essere convinti che i consiglieri agiscono per il bene del Comune e in questo momento fare il bene del Comune è licenziare il bilancio. La traduzione è che solo così si possono riparare strade, fare assunzioni, dare risposte alla gente».

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