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Caterina Chinnici in Forza Italia, esplode la polveriera Pd

Caterina Chinnici a una manifestazione elettorale come candidata del centrosinistra

La pagina Facebook di Caterina Chinnici ieri è stata inondata da messaggi di (ormai ex) suoi elettori che nella versione più moderata le chiedevano di smentire il passaggio a Forza Italia mentre in molti altri casi si spingevano a offendere e a richiamare la memoria del padre, magistrato ucciso da un’autobomba piazzata dai boss.

La base del Pd è in rivolta contro la candidata che appena sette mesi fa ha sfidato Renato Schifani per la presidenza della Regione e adesso sta per entrare in Forza Italia. Il segretario cittadino del Pd Rosario Filoramo ha scritto sui social solo la parola «vergogna» provocando una valanga di reazioni. Fabio Teresi, ex presidente di circoscrizione a Palermo e storico dipendente del gruppo Pd all’Ars, ha dato voce agli umori della base: «Chiedo scusa ai miei elettori che attraverso me hanno votato lei. In politica come nella vita, ci sono i politici e ci sono gli accattoni».

La polveriera Pd è esplosa. E la deflagrazione ha riportato d’attualità il malessere che il partito - dalla base ai big - ha a stento contenuto a settembre, quando la Chinnici veniva accusata di scarso impegno in una campagna elettorale che la vide arrivare terza con solo il 16%. In tanti hanno ricordato le interviste in cui rivendicava «di non essere iscritta al Pd».

Lei, eurodeputata in carica, ieri non ha smentito la notizia del suo passaggio a Forza Italia. E il silenzio ha alimentato la rabbia della base. Dietro le quinte c’è una parte del Pd che ha provato a convincerla a ritornare sui proprio passi. Ma l’assenza di comunicati ufficiali della segreteria regionale a guida Anthony Barbagallo tradisce anche il sollievo che l’uscita della Chinnici ha provocato.

L’unico dirigente a commentare ufficialmente la notizia è stato ieri Sergio Lima, palermitano da poco entrato in segreteria regionale e direzione nazionale: «C’è da augurarsi che queste voci vengano smentite. Anche perché stupisce che la nostra candidata alla presidenza possa scegliere di andare non in un partito moderato ma in quello con cui si è appena scontrata. In un mondo normale saremmo oltre la fantapolitica». Lima però avverte l’esigenza di sgomberare il campo da un’analisi molto diffusa dietro gli insulti e i silenzi: «I rumors indicano che le trattative della Chinnici vanno avanti da mesi. E ciò permette di escludere che la decisione sia frutto di un malessere dell’area moderata a fare politica nel Pd di Elly Schlein (che sarà a Palermo domenica per Pio La Torre e a Portella il primo maggio, ndr). Anzi, ascoltando l’arcivescovo di Palermo e il Papa su time come immigrazione e disparità io credo che il mondo cattolico sia più vicino all’agenda del Pd che a quella di Forza Italia».

L’atto di uscita dal Pd, per la Chinnici, sarà l’addio al gruppo della sinistra a Bruxelles. Anche se l’eurodeputato Pietro Bartolo, compagno di partito, ieri ha precisato che lei non ha comunicato nulla. In realtà l’avvicinamento alla Chinnici, in silenzio dal giorno delle Regionali, sarebbe avvenuto proprio a Bruxelles. E la prima mossa l’avrebbe fatta Antonio Tajani, trovando terreno fertile in Renato Schifani che ha disegnato la sua Forza Italia siciliana dietro lo slogan «partito aperto e inclusivo». Strategia che ha già portato all’approdo dell’ex grillino Giancarlo Cancelleri mentre sono in riavvicinamento i forzisti che avevano scelto il terzo polo: Giuseppe Castiglione e Pino Firrarello a Catania e Gaetano Armao a Palermo. In questo quadro la Chinnici potrebbe ottenere la ricandidatura a Bruxelles oppure (visto il suo curriculum di magistrato) un incarico istituzionale alla scadenza del mandato al Parlamento europeo. Voci, anche queste non smentite.

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