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Il palermitano Zaffuto portavoce della segretaria generale del Consiglio d'Europa

Giuseppe Zaffuto

Palermitano doc, da anni punto di riferimento per i giornalisti italiani, sammarinesi e della Santa Sede che scrivono di Consiglio d’Europa: è questo il profilo di Giuseppe Zaffuto, il funzionario che ha scelto come suo portavoce la segretaria generale dell’organizzazione paneuropea, Marija Pejcinovic Buric.

«Credo di essere il primo italiano a cui è stato affidato questo incarico», confida Zaffuto in un’intervista all’Ansa in cui racconta la sua «storia europea», come ama definirla. Una storia che lo ha portato nel cuore dell’Europa all’alba del terzo millennio. Laureato in Scienze politiche e relazioni internazionali, Zaffuto giovanissimo cominciò a lavorare per il Giornale di Sicilia. Nel 1996 è stato uno dei primi studenti Erasmus ad andare a Uppsala, in Svezia, che era entrata nell’Ue giusto l'anno prima. Nel frattempo continuava a lavorare come giornalista al Giornale di Sicilia, occupandosi prima di calcio, poi di cronaca, economia e politica regionale. «Ma mi resi conto che se volevo seguire la passione che ho sempre avuto per la politica estera, e quindi scrivere di esteri, dovevo lasciare la terra natia. Al Giornale di Sicilia si diceva, con una battuta, che gli esteri erano la Calabria», ricorda nell’intervista.

Il 2000 è stato un anno chiave per la sua carriera. Zaffuto arrivò infatti nel cuore dell’Europa, prima a Bruges poi a Bruxelles, dove sarebbe rimasto per alcuni anni. Cominciò a lavorare prima per il centro europeo di giornalismo a Maastricht, poi per il centro internazionale della stampa a Bruxelles. Qui, nel 2006, diventò il primo addetto stampa dell’ufficio del Consiglio d’Europa. «Alla fine del 2008 sono stato trasferito a Strasburgo, dove qualche anno dopo sono diventato il portavoce della vice segretaria Gabriella Battaini Dragoni, e poi fino a qualche mese fa del suo successore, Bjorn Berge», racconta.

Durante la sua carriera ha viaggiato in lungo e largo nei Paesi membri del Consiglio d’Europa, occupandosi della comunicazione delle conferenze più svariate e dei rapporti dei vari organismi di monitoraggio che fanno parte dell’organizzazione. Ma per lui ci sono due momenti che restano indimenticabili. «La visita di Papa Francesco il 25 novembre 2014 al Parlamento europeo e al Consiglio d’Europa è sicuramente il momento più intenso della mia carriera. È stato un evento storico che ha visto accreditati un numero record di giornalisti, 1.200, originando cosi una visibilità senza precedenti per questa organizzazione, che come evidenziato dal Papa resta un progetto per la pace», rimarca il portavoce. «L'altro evento è molto più recente ed è la presidenza italiana del comitato dei ministri, l'organo esecutivo dell’organizzazione, dal novembre 2021 al maggio 2022», dice Zaffuto. Sono stati mesi di intensa attività, scanditi dalla visita del capo dello Stato, Sergio Mattarella. Mesi in cui il Consiglio d’Europa ha deciso di escludere la Russia a causa dell’aggressione all’Ucraina.

«Ma c'è un evento che mi ha toccato personalmente nel profondo. La visita della segretaria generale a Palermo per la commemorazione dei 30 anni della strage di Capaci e la conferenza dei procuratori europei che si è tenuta in parte nell’aula bunker del carcere dell’Ucciardone», racconta Zaffuto. Che, partendo dalla sua esperienza, rivolge ora un duplice messaggio ai più giovani. «Devono sapere che se vogliono intraprendere una carriera internazionale è possibile farlo anche partendo da una piccola cittadina. E allo stesso tempo li invito a seguire il progetto europeo, che si concretizza nel Consiglio d’Europa e nell’Unione europea, perché è un patrimonio da non disperdere», sono le sue parole.

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