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Palermo, nota del ragioniere generale non inviata al Consiglio: per Tantillo «fatto senza precedenti»

Giulio Tantillo

«Si apprende dagli organi di stampa di una nota «riservata», inviata dal ragioniere generale alla giunta, con informazioni che avrebbero dovuto essere trasmesse in prima battuta al Consiglio comunale e sulla cui divulgazione ai consiglieri lo stesso ragioniere ha demandato alle valutazioni del sindaco e degli assessori: è un fatto che non credo abbia precedenti, almeno negli ultimi trent'anni di amministrazione del Comune di Palermo». Lo scrive in una nota il presidente del Consiglio comunale di Palermo Giulio Tantillo, riferendosi alla relazione sulle partecipate del Comune inviata alla giunta comunale per evitare che andando ai consiglieri venisse divulgata. La notizia è stata pubblicata dal Giornale di Sicilia di stamattina, 21 marzo.

«Non si era mai visto un dirigente - continua Tantillo - ma probabilmente nessun dipendente dell’amministrazione, che demanda alla giunta di valutare l’adempimento di atti dovuti rispetto alle prerogative del Consiglio comunale. E sorprende, se davvero questa nota è stata trasmessa alla giunta già da dieci giorni, che da parte dell’amministrazione attiva non si sia ravvisata la gravità di quanto accaduto. Di questo documento, che mi è stato inviato soltanto nella tarda mattina di oggi, ho immediatamente trasmesso copia a tutti i consiglieri, perché è così che il Consiglio deve lavorare: nella massima trasparenza e mettendo tutti i rappresentanti dei cittadini in grado di avere ogni informazione utile all’assolvimento del proprio lavoro. Più in generale, credo che non sia ammissibile che da parte di alcuno si possa ledere il diritto all’informazione e l’obbligo di trasparenza nell’operato di qualsiasi organo e ufficio del Comune, perché ne va della nostra credibilità e della qualità del lavoro che svolgiamo».

Tantillo conclude: «In queste ore convocherò l’Ufficio di Presidenza del Consiglio e poi i capigruppo, per calendarizzare al più presto una seduta nella quale avvengano i necessari chiarimenti da tutte le parti coinvolte, perché nessuno possa adombrare dubbi sul nostro lavoro né compiere atti che vadano contro il buon funzionamento della macchina amministrativa».

Il ragioniere generale del Comune di Palermo, ha scritto oggi il Giornale di Sicilia, non si fida del Consiglio comunale, in particolare per le fughe di notizie. Per questo una nota di sei pagine sulle aziende partecipate l’ha inviata a sindaco e giunta. Con una postilla in neretto a fine dell’informativa: «La presente relazione - scrive Paolo Basile - non è inviata al Consiglio comunale, come pure dovrebbe, per scongiurare ogni possibile reiterazione di non consentite divulgazioni a soggetti esterni all’amministrazione comunale. Si rimette, pertanto, alle signorie vostre l’individuazione della più confacente comunicazione al Consiglio comunale». La relazione appare in linea con quelle precedenti. La questione riguarda la situazione delle aziende partecipate che non lasciano mai dormire sonni tranquilli all’amministrazione. E tranne Amg, Sispi e Reset - «il cui esame sintetico dei dati contabili, restituisce una situazione di sostanziale equilibrio» - per il resto la situazione appare molto traballante. Addirittura, la relazione dice che «nessuna valutazione complessiva dei risultati di gestione è possibile effettuare su Amat e Rap per le quali si ha ragione di temere la compromissione dell’equilibrio economico». Segnatamente l’Amap non «ha provveduto alla trasmissione delle relazioni periodiche». Mentre per l’azienda di trasporti urbani la preoccupazione è data dai numeri: il terzo trimestre aveva dato un risultato negativo di 4,6 milioni, situazione che si era aggravata di un altro milione e 900 mila euro nella relazione trimestrale di fine anno. Mentre per Rap, la «gestione trimestrale calcolata dal raffronto fra ricavi e costi restituisce un risultato negativo di 7,6 milioni».

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