«Non è vero che non si possono spostare i dirigenti sindacali. Da una circoscrizione all’altra no, ma dentro la stessa circoscrizione, o unità produttiva, si può procedere al trasferimento, nel rispetto del profilo professionale e delle tutele sindacali. Lo prevede l’articolo 20 (comma 48) del Contratto collettivo nazionale quadro del 4 dicembre 2017. La realtà è che le amministrazioni comunali, da diversi anni, non hanno voluto affrontare il tema per non dispiacere le organizzazioni sindacali amiche o compiacenti. E anche il sindaco di Palermo Roberto Lagalla, dobbiamo ritenere, preferisce non affrontare la questione e tira la palla in tribuna». Così il segretario generale della Cgil Palermo Mario Ridulfo, il segretario organizzativo Francesco Piastra e per la Fp Cgil Palermo il segretario generale Giovanni Cammuca e Lillo Sanfratello, replicano a Lagalla a proposito delle dichiarazioni rilasciate in un’intervista, nella parte in cui chiama in causa i sindacati sulle assegnazioni di personale nei vari uffici e sull’impossibilità di effettuare trasferimenti, in casi di carenza di personale, per la presenza di 1500 delegati sindacali, che sarebbero «intoccabili».
«Il sindaco convochi il tavolo, presenti un piano di riorganizzazione dei servizi e si confronti con le organizzazioni sindacali. Noi siamo disponibili ad affrontare il tema, come chiediamo da tempo - aggiungono Ridulfo, Piastra, Cammuca e Sanfratello - In ultimo, l’abbiamo chiesto con la nota inviata a fine febbraio al sindaco e all’assessore al personale Dario Falzone. E l’abbiamo ribadito in un acceso incontro sulla gestione del servizio di iscrizione all’anagrafe. In quell’occasione abbiamo chiesto di potenziare le postazioni decentrate e quella di viale Lazio e di comprovare la carenza di personale che blocca il servizio e che, a detta dall’assessore, è impossibile da superare. E nell’ambito della contrattazione con il Comune abbiamo segnalato anche un grosso numero di ufficiali dell’anagrafe che percepiscono l’indennità di 350 euro e non svolgono la funzione perché da tempo sono stati adibiti ad altri incarichi dall’amministrazione comunale. In pratica solo un terzo degli ufficiali dell’anagrafe, su 130 in totale, è operativo».
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