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Palermo, disagi alla scuola Sciascia dello Zen: aule chiuse e 6 milioni nei cassetti

La scuola Leonardo Sciascia, allo Zen

Nella scuola dotata di lavagne interattive e tablet ci sono infiltrazioni dai tetti, la scala antincendio è stata spostata e resa inagibile dalle radici di un grosso albero, i bagni sono fuori uso per problemi legati alla fuoriuscita di liquami, i tombini dissestati e un cancello carrabile rischia di crollare sui bambini della materna e elementare. Otto aule della primaria sono state trasferite al plesso De Gobbis, che già di suo non gode di buona salute. Benvenuti al comprensivo Leonardo Sciascia, la scuola di San Filippo Neri (ex Zen) che raggruppa in tre edifici materna, elementare e media. L’istituto è inserito nel programma Frontiera, per la sua particolare funzione sociale nella terra ostica delle periferie metropolitane con ben 6 milioni di euro arrivati da Roma già da quasi due anni nelle casse del Comune e mai usati per rimettere a posto le cose che non vanno. Tante le pregiudiziali per il normale corso dell’anno scolastico, con la grave conseguenza del calo di iscrizioni.

Tutti disagi denunciati più volte dalla dirigente e rimasti inascoltati. Ieri l’elenco di interventi è stato ribadito con una nota al nuovo assessore Aristide Tamajo (abbiamo provato ad avere una replica senza ottenerla) dalla delegazione guidata dal deputato regionale del M5S Adriano Varrica, con i consiglieri della VII circoscrizione Simone Aiello e Giovanni Galioto che hanno effettuato un sopralluogo nella scuola, sollecitando la spesa dei fondi. Nel dettaglio, sono ad oggi nelle disponibilità del Comune: 2 milioni e mezzo ( fondi ex Gescal) per l'intervento di messa in sicurezza nel plesso di via Smith; 2 milioni e 700 mila euro ( fondi ex Gescal) per interventi in via De Gobbis; e 698 mila euro per manutenzione straordinaria per l'adeguamento alle norme di sicurezza, igiene e agibilità del plesso materna ed elementare del «Progetto Ruis (programma per le scuole di frontiera). «Sono certo che, unitamente al resto dell'Amministrazione comunale, profonderà ogni sforzo possibile per restituire al quartiere strutture scolastiche che merita, soprattutto in presenza di risorse da tempo stanziate», ha scritto Varrica all’assessore.  Si sbloccherà la situazione con il dettagliato promemoria? «La scuola si trova in un quartiere complesso caratterizzato da dispersione scolastica e povertà educativa con numerosa presenza di bambini diversamente abili», aveva scritto a settembre scorso la preside Stefania Cocuzza al Comune, segnalando le criticità che «potrebbero compromettere il regolare avvio del nuovo anno scolastico 2022/2023».

Disagi ormai esistenti da tempo negli edifici scolastici dell’istituto comprensivo Sciascia e da più anni segnalati agli uffici competenti del Comune. In particolare. Nel plesso che ospita gli studenti delle medie, urge il ripristino della scala antincendio (prima segnalazione risalente ad ottobre 2019). La pavimentazione della porzione di spazio esterno su cui insiste la scala è dissestata a causa delle radici di un grande albero posto a ridosso. «Tale area costituisce via di fuga del piano di evacuazione per 9 classi poste al primo piano dell’edificio», aveva scritto la Cocuzza. A fronte di più sopralluoghi avvenuti da parte delle rappresentanze del Comune condizioni di criticità permangono. Inutilizzabili i bagni al piano terra dell’edificio (prima segnalazione risalente a dicembre 2021). Durante lo svolgimento delle lezioni c’è stata la fuoriuscita di liquami «che non permette la regolare fruibilità dei servizi igienici da parte degli alunni». A fronte dell’urgenza è stato previsto un tentativo di spurgo della rete fognaria da parte della ditta Sicilspurghi, incaricata dalla scuola a proprie spese, ma non è stato possibile effettuare l’intervento richiesto in quanto, dopo aver esaminato con una sonda le tubazioni fognarie di scarico verso l’esterno, i tecnici hanno riscontrato un grosso impedimento di incerta natura all’altezza della scala antincendio posta nel retro del plesso per il quale si rende assolutamente necessaria un’opera di scavo.

Non va meglio nei plessi di via Smith. Oltre alle infiltrazioni di acqua dal tetto, le condizioni del cancello carrabile dal 2020 si sono fortemente aggravate, parti di ferro pericolanti sono totalmente corrose dalla ruggine e le colonne portanti ammalorate sono un rischio per gli alunni. Come i tre tombini dissestati nel cortile esterno.

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