Niente da fare. L'amministrazione guidata da Roberto Lagalla non vuole perdere quelle somme. Forse non può privarsi nemmeno della possibilità di incassare 222 milioni di euro, trovandosi in procedura di riequilibrio. Benché si tratti di cartelle esattoriali affidate all'agente della riscossione e che vanno dal 2000 al 2015, quindi vecchie e di difficile e costosa esigibilità, Palazzo delle Aquile ha detto di no e ha utilizzato così la facoltà che la norma nazionale offre agli enti locali entro la fine del mese, quella di decidere se aderire all'annullamento d'ufficio delle cartelle emesse nell'arco temporale di 15 anni, purché inferiori a mille euro. Un servizio completo sul Giornale di Sicilia in edicola oggi