L’emergenza sepoltura sarà affrontata a Palermo dal sindaco Roberto Lagalla che ha assunto i poteri di commissario che gli sono stati conferiti dal governo. Entro l’anno, grazie a procedure in deroga, l’emergenza, iniziata nell’autunno 2019, dovrebbe essere definitivamente superata. La tempistica degli interventi è stata illustrata dal primo cittadino e dal ministro della Protezione civile Nello Musumeci. Il governo con la Finanziaria ha stanziato due milioni di euro.
«Svuoteremo presto i depositi dove ancora giacciono 1.100 bare, completeremo le procedure per riparare il forno crematorio chiuso per un guasto e avvieremo le pratiche per realizzare un nuovo impianto, sarà ristrutturato l’intero cimitero dei Rotoli», ha detto il sindaco.
Quando si è insediata, l’amministrazione Lagalla ha ereditato più di 1.300 bare nel deposito dei Rotoli. «Ci siamo resi conto - ha spiegato - che gli interventi procedevano con lentezza. In questa fase è arrivata l’iniziativa del ministro della Protezione civile Nello Musumeci che riteneva necessario un intervento con poteri commissariali».
Intanto sono stati completati i lavori sul costone roccioso del Monte Pellegrino necessari per riaprire una parte del cimitero che era stato chiuso per motivi di sicurezza. «Sono in fase di collocazioni i primi 400 loculi fuori terra e trenta loculi ipogei» ha aggiunge Lagalla. L’amministrazione comunale si è attivata per stipulare convenzioni con altri Comuni della provincia che potranno ospitare nei loro cimiteri, seppure per periodi transitori, le salme che non troveranno un’immediata collocazione nel capoluogo. Sono state effettuate le verifiche per arrivare ad un allargamento del cimitero di Santa Maria di Gesù. La struttura commissariale - che scadrà il 31 dicembre 2023 - si occuperà anche di creare un’isola di loculi refrigerati per la transizione di feretri che non dovessero trovare immediata sepoltura. Per il coinvolgimento di altre istituzioni dello Stato, se fosse necessario, verrà siglato entro dieci giorni un protocollo in Prefettura.
Per il ministro Musumeci le mancate sepolture a Palermo sono un’emergenza nazionale: «La città, culla di civiltà - ha osservato l’ex governatore della Sicilia - non meritava di andare alla ribalta della stampa per la inqualificabile gestione dei cimiteri. Non si può consentire che le bare rimangano insepolte per sei mesi o addirittura due anni. Non avere un luogo dove deporre un fiore per i cari estinti è insopportabile. Arrivare a 1.300 bare insepolte credo non sia accaduto in nessuna altra parte d’Italia. La politica ha il dovere di interrogarsi».
Musumeci ha ricordato di avere affrontato il tema subito dopo il suo insediamento a Roma nell’ottobre scorso. «Ho coinvolto i ministri dell’Interno, della Difesa e della Sanità - ha detto - per raccogliere la loro disponibilità. Il sindaco di Palermo aveva bisogno di risorse umane e finanziarie e di strumenti procedurali per cancellare questa pagina indecorosa». L’obiettivo è stato raggiunto con l’assegnazione al sindaco dei poteri commissariali che prevedono risorse umane e finanziarie e strumenti procedurali per cancellare questa pagina indecorosa. Non si doveva arrivare a tanto».
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