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Ars, primo accordo sulle commissioni parlamentari: così verranno divise fra i partiti

Ci sarebbe già l’accordo per l’elezione dei presidenti delle sette commissioni permanenti dell’Assemblea regionale siciliana, oltre che per l’Antimafia che, come da prassi, sarà destinata all’opposizione. Lo schema di massima è stato definito venerdì notte nella riunione a cui hanno partecipato i capigruppo e i big del centrodestra: a Fratelli d’Italia andranno due Commissioni ma una dovrebbe essere quella pesantissima del Bilancio, la più ambita da tutte le forze politiche, perché stare al timone di comando significherebbe avere un occhio attento su programmazione, controllo della spesa regionale e europea, nonché sulle società partecipate, controbilanciando così il peso di Marco Falcone che Forza Italia ha voluto nel Governo per amministrare l’assessorato all’Economia, sempre più strategico per mettere ordine nei conti della Regione.

Uno dei compiti principali sarà di avviare una maxi-operazione verità su ben 55 mila residui tra attivi e passivi che pesano sul bilancio pubblico, un taglio che permetterebbe di approvare entro quindi giorni la manovra finanziaria 2023 chiudendo il ricorso agli esercizi provvisori che dura ormai da tredici anni consecutivi. «Tra mercoledì e giovedì porteremo in giunta il riaccertamento dei residui, 22 mila attivi e 30 mila passivi, ed entro l’anno chiudiamo il rendiconto 2021», ha anticipato Falcone che porterà anche il disegno di legge sulla variazione di bilancio che dovrà essere esaminato dall’Ars entro il 30 novembre.

Si tratta di una «manovrina» da 70 milioni di euro, 12 milioni destinati ai Comuni come sostegno per fare fronte all’aumento dei costi energetici. «Dopo tredici anni sarebbe un miracolo immaginare di poter approvare la manovra entro la fine dell’anno - spiega -. Sappiamo che si tratta di un compito arduo, ma questo è l’obiettivo del governo Schifani». Fratelli d’Italia, oltre al Bilancio, avrebbe scelto anche la Commissione Cultura, Formazione professionale e Lavoro: i profili più gettonati per guidarle sarebbero quelli di Giusi Savarino e di Giorgio Assenza, in teoria per entrambi si tratterebbe di una sorta di ricompensa dopo che i vertici nazionali li avevano depennati dalla squadra degli assessori preferendo al loro posto l’ingresso in giunta di Elena Pagana e di Francesco Paolo Scarpinato. Ma il condizionale è d’obbligo perché la competizione interna è fortissima e agguerrita e quindi non è scontato che siano proprio loro due a spuntarla. Così come si devono ancora chiudere i giochi per l’Antimafia: che vada all’opposizione è assodato ma l’ipotesi che venga affidata all’ex Iena, Ismaele La Vardera, eletto nella lista Sud chiama Nord di Cateno De Luca, sembra perdere quota.

Il dubbio è che anche questa volta, dopo le dimissioni da segretario di Pippo Lombardo, i deputati capitanati dall’ex sindaco di Messina non accettino la logica della spartizione: a questo punto per la nomina sarebbe una corsa a due tra il M5S e il Pd, che però potrebbe proporre la candidatura di Antonello Cracolici, uno dei parlamentari più esperti e navigati, alla sesta legislatura di fila a Palazzo dei Normanni.

Altre due Commissioni dovrebbero essere assegnate a Forza Italia superando la frattura che ha portato alla creazione di due distinti gruppi in Aula: secondo quanto sarebbe emerso nell’incontro di qualche giorno fa, non si farebbe differenza tra le due anime forziste a cui spetterebbe la Sanità ed in questo caso la presidenza potrebbe essere dirottata sull’ala fedele a Gianfranco Miccichè in modo da decretare la pace tra le due fazioni blindando la maggioranza. Ma che l’accordo regga è ovviamente tutto da verificare in Aula e non sono escluse altre sorprese e spaccature. Infine una a testa dovrebbe andare alla Lega, alla Dc Nuova di Totò Cuffaro e agli Autonomisti di Raffaele Lombardo mentre resterebbe in ballo la designazione per la Commissione speciale sullo Statuto che sarà sucessivamente istituita dall’Assemblea.

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