Mai più consigliere o assessore, se la carica è ricoperta da una donna. Il Comune di Palermo svolta e sdogana ufficialmente le espressioni come «consigliera» o «assessora» e di conseguenza «ministra» o «sindaca». La decisione è stata comunicata con una direttiva dal segretario generale del Comune, Raimondo Liotta, in risposta a una lettera inoltrata da Mariangela Di Gangi, «consigliera» comunale a Sala delle Lapidi. Oggetto della disposizione comunale la «richiesta di adozione di un linguaggio amministrativo di genere e di parità».
«Con riferimento alla missiva inoltrata dalla consigliera Mariangela Di Gangi - scrive Liotta nella circolare indirizzata a tutti i dirigenti comunali -, riguardante la tematica in oggetto indicata, lo scrivente intende sensibilizzare le funzioni dirigenziali in indirizzo affinché costantemente, nella diuturna operatività, venga utilizzata in sede di comunicazione di carattere ufficiale e istituzionale la declinazione al femminile di qualsiasi carica, allorquando tale carica sia rappresentata da una donna».
Liotta aggiunge: «In particolare si formula espressa raccomandazione affinché gli atti amministrativi, nonché le indicazioni contenute nel sito online del Comune, siano confermati al corretto linguaggio di genere. Il webmaster vorrà altresì apportare con effetto immediato le opportune correzioni nel sito online comunale, previa effettuazione di apposita ed idonea verifica».
Il segretario generale conclude dicendo di essere «certo di un favorevole accoglimento della presente direttiva». La circolare è inviata anche al webmaster del sito del Comune e per conoscenza al sindaco Roberto Lagalla, alla vicesindaca (sic) Carolina Varchi, agli assessori e alla stessa consigliera Di Gangi.
Persone:
Caricamento commenti
Commenta la notizia