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Palermo, ai Rotoli via gli ultimi ostacoli per la liberazione dei campi: si torna a seppellire

Tornerà ad essere impiegato il bobcat inutilizzato ai Rotoli

L'incantesimo che ha avvolto negli ultimi due anni il cimitero dei Rotoli di Palermo, reso quasi inaccessibile dalla ragnatela di rovi burocratici e dalla lacrimazione (anche quelli sono dolori) delle casse comunali, sembra essere finito. Ci sarà ancora molto da fare per arrivare alla concretezza, che poi, polemiche e j’accuse a parte, è quella di seppellire i morti stipati nei depositi beffardamente definiti ancora temporanei. In base al report ufficiale fornito dalla direzione al vicepresidente della Quarta commissione consiliare nuova di zecca, Antonino Randazzo, tra tendoni e uffici vari ce ne sarebbero ad oggi 1.218. Dato in crescita rispetto a luglio, quando il mese chiudeva con 1.174 defunti senza sepoltura.

Oggi sono in coda per l'inumazione 698, mentre un turno ridimensionato di 437 anela alla sepoltura tra nicchie murarie e tombe gentilizie. Altri 83 sono destinati alle sepolture delle opere Pie, anche esse nella nuda terra. Altra voce interessante quella delle persone che alla fine hanno quasi obbligatoriamente scelto la cremazione offerta gratuitamente dal Comune nel periodo del Covid: 44 sono state portate a Carpanzano in Calabria, 59 nel nuovo impianto di Misterbianco, tre in altri impianti e nove sono stati accolti da altri cimiteri.

C'è poi il numero complessivo di 730 che fotografa la capienza degli ultimi due anni: il dato inquietante è che solo trecento o poco più hanno trovato pace all'interno del Camposanto, e cioè nei loculi ipogei. Durante l’arco temporale così ingessato, una boccata d’ossigeno l’ha data invece l'idea del trasferimento nel cimitero privato di Sant'Orsola avuta dall'ex assessore Toni Sala, che con l'ente Santo Spirito ha stilato una convenzione per alleggerire il costo della spesa e mantenerlo identico a quello che chi sceglie questa sepoltura pagherebbe se rimanesse comunque ai Rotoli. Sono circa 400, in un sol colpo, quelli che hanno così migrato obbligatoriamente verso l'altra sede. Il panorama di desolazione non è certo cambiato da allora, ma qualcosa si muove, dalla montagna di promesse e iniziative cominciate e lasciate a metà.

Il collaudo della sezione messa in sicurezza dopo la caduta dei massi dal costone di Monte Pellegrino, per esempio. I lavori sono stati completati in realtà a giugno del 2021, poi lo stop alla circolazione non solo dei visitatori di tombe e cappelle, ma anche interdizione ai mezzi della Reset. Il nodo sembra essere stato il pagamento dell’ultimo passaggio utile a riaprire la strada al transito, il collaudo appunto. La ditta che ha gestito l’appalto per ripristinare le reti di protezione non lo riteneva conteggiato nel capitolo di spesa e pretendeva la somma a parte dal Comune. Che invece aveva argomentato diversamente: i circa 43 mila euro necessari non andavano sborsati. Tira e molla, oggi finalmente la soluzione. Non si sa chi ha vinto questo braccio di ferro, di certo la settimana prossima il collaudo vedrà la luce. Era un atto importantissimo, visto che di fatto quella parte di camposanto porta a molti campi di inumazione da liberare. Il bob-cat guasto è uscito dal sortilegio: è stato riparato e, miracolo, si è perfino trovato dopo oltre un anno di ricerca, un autista che lo guidi. Il Comune ha affidato il mezzo alla Reset, problema risolto. Perché non prima, se era così facile?

Sarà fatto anche questo, quindi, e non solo per la rimozione del divieto di accesso su in alto, dove c’è il forno crematorio spento da oltre due anni. «Non sappiamo esattamente quanti campi potranno essere effettivamente svuotati - spiega Nicola Presti, responsabile della Reset a Vergine Maria -. Da lunedì saremo al lavoro con due squadre e contiamo di aprire 20 sepolture al giorno, 120 in una settimana. Molti resti non saranno ancora mineralizzati, decideremo in corso d’opera se trasferirli altrove o negli ossari». Di certo si potranno invece rendere subito disponibili gli spazi nella nuda terra dove sono stati sepolti i circa 67 migranti sbarcati tra il 2014 ed il 2015: sono stati messi lì senza casse di zinco, saranno già quasi cenere.

Il neo assessore Totò Orlando ha fatto un giro tra i viali del cimitero per monitorare anche sulla posa della base di cemento che dovrà poi ospitare, a fine settembre, i 424 loculi prefabbricati a castello. Meglio uno sopra l’altro che sui pavimenti maleodoranti.

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