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Palermo, delibera scaduta: alla prima del Consiglio comunale il pasticcio è servito

Partenza con naufragio. La vera prima seduta di lavoro del Consiglio comunale inizia con un inciampo. Un pasticcio che porta a chiudere l'assemblea in men che non si dica per quello che pare un errore clamoroso: la messa in votazione di una delibera scaduta su una variazione di bilancio. L'errore è stato rilevato dal segretario generale che poco prima della votazione ha fermato le macchine: l'atto non si può esitare, deve essere restituire agli uffici e in particolare alla ragioneria generale. E dunque il presidente Giulio Tantillo, a quel punto, non ha potuto fare altro che accantonare l'atto e poi mandare tutti a casa. Seduta rinviata a oggi con all'ordine del giorno della delibera che aumenta di 5,5 milioni di euro il costo del servizio di raccolta e smaltimento di rifiuti, con refluenze sulle bolletta Tari di fine anno.

Ma l'inciampo di ieri mattina ha provocato una serie di nervosismi a catena. A partire dal vertice di Sala delle Lapidi che non ci sta a passare per un pivellino alle prime armi. E punta il dito contro gli uffici che avrebbero , invece, lasciato arrivare l'atto senza obiezioni sul tavolo della presidenza. La richiesta di prelievo, per la verità, l'ha fatta il neo presidente della commissione Bilancio, Fabrizio Ferrara. E quello che doveva essere il suo vice, Ugo Forello, la cui nomina è stata bloccata per l'interdizione di Carmelo Miceli, del Pd, ieri ha avuto modo di attaccare parlando di «brutta figura». Il consigliere d'opposizione ha fatto rilevare che se «l'atto fosse prima passato dalla commissione, peraltro non correttamente costituita perché manca il vicepresidente, non si sarebbe commesso questo papocchio».

Archiviato questo problema (e comunque la delibera non verrà ripresentata a breve), oggi si riparte alle ore 11 con una nuova seduta che prevede un quorum pieno e non ridotto. L’argomento è quello della Tari, solo che il Consiglio è quello nuovo e tecnicamente non sa nulla delle dinamiche che hanno portato alla preparazione del provvedimento. Teoricamente, però, c’è tempo fino a oggi per approvare le nuove tariffe perché oggi è anche l’ultimo giorno utile per licenziare il bilancio di previsione. Si sa, comunque, che da Roma in sede di conversione del decreto Aiuti, ci saranno alcune norme che daranno fiato, in termini di proroga dei termini, a tutti i Comuni che si trovano nella condizione di essere in bilico su un progetto di riequilibrio dei conti. Non sarà una giornata facile, serpeggia qualche preoccupazione sul fatto di dovere approvare un atto che era di competenza del vecchio Consiglio il quale per due anni non ha variato il costo del servizio mantenendo inalterate le tariffe, ma creando un buco di bilancio. Con segnalazione alla procura della Corte dei Conti.

 

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