La soluzione non può essere il condominio, questo è certo. Quindi l’idea di stilare un cartellone unico per il teatro Garibaldi di Palermo con le compagnie che possono «prenotare» il palco, non piace alla nuova amministrazione comunale. Ma alla gestione si arriverà soltanto poi, per il momento è la stabilità del teatro a preoccupare.
Il teatro che fu inaugurato dalla chiamata alle armi di Giuseppe Garibaldi; che poi fu abbandonato, recuperato, riabbandonato, ri-recuperato, che divenne cinema, cambiò nome in Araldo, fu scoperto da Carlo Cecchi che diede vita a un Amleto a cui accorse il fior fiore della critica internazionale; entrò nella rete dei Teatri d’Europa (ma non poté restarci perché non furono più pagate le quote) sotto la mano organizzativa di Matteo Bavera che addirittura per un certo periodo ci abitò per evitare furti e soprusi … insomma questo teatro che da rudere scenografico era diventato una sala contemporanea, quasi un auditorium con tanto di parquet in legno, oggi è del tutto abbandonato.
C’è stata la stagione del teatro sociale, dell’occupazione artistica, dei cartelloni con iniezioni internazionali, poi addirittura lo sgombero. Dopo essere stato la sede di Manifesta per tutto l’anno di Palermo Capitale Italiana della Cultura 2018, e anche qualche tempo in più, venne chiuso e se lo scordarono, anche se risulta assegnato all’Università come sede del Dams ma di fatto nessuno ha i fondi per recuperarlo.
Ieri mattina il sindaco Roberto Lagalla, con gli assessori all’urbanistica Maurizio Carta e alla Cultura, Giampiero Cannella, ha voluto fare un sopralluogo al Garibaldi per verificare proprio le condizioni del teatro.
«Abbiamo constatato lo stato di totale abbandono e degrado dell’edificio, una situazione intollerabile che va avanti dal 2018 - dice il sindaco - Provo imbarazzo per la mancanza di attenzione verso questo luogo e di conseguenza per la scarsa considerazione riservata alle compagnie teatrali di questa città. Lavoreremo sin da subito per ridare dignità a questo spazio. La passata amministrazione aveva affidato all’Università la gestione del teatro attraverso una lettera di affidamento ineseguibile, senza più occuparsi della vicenda. Riprenderemo in mano la situazione, intervenendo con i necessari lavori di recupero. Le compagnie teatrali devono poter disporre di spazi adeguati per sperimentare la loro arte, non è dignitosa l’indifferenza manifestata verso i problemi del Teatro Garibaldi».
Se l’assessore Cannella sta valutando modelli gestionali, l’assessore Carta fa una valutazione da urbanista. «La parte centrale della scena è ancora valida, ma quella dei camerini e del bar è completamente distrutta, sfregiata anche da scritte oscene. Serve subito una perizia sullo stato effettivo dello spazio e un vero conto dei costi. Poi dovremo ragionare sul modello organizzativo e gestionale più adatto per renderlo il più aperto possibile, prima di tutto al quartiere. La sua funzione di teatro sociale non la vorremmo perdere».
Pensate alle compagnie della città. «È il nostro obiettivo ma non ci piace il condominio. Non è detto che debbano per forza essere fondi pubblici». E il Teatro Montevergini? Quello sì che è veramente dimenticato. «Oggi avevamo programmato il sopralluogo, ma è solo rimandato. Sono spazi pubblici che reclamano un intervento, luoghi della collettività, come può essere una piazza o una strada».
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