«I patti sono fatti per essere osservati e da quanto apprendiamo dalle dichiarazioni, di alcuni giorni fa, del sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, sulla composizione della giunta comunale, si viola il patto elettorale sottoscritto da tutti i partiti di centrodestra sull’accordo della candidatura a sindaco del professore, secondo cui a chi avesse raggiunto il 3,5% sarebbe andato un assessorato. Sappiamo ormai per certo che non sarà così». Lo dice Totò Lentini, capogruppo di Popolari e Autonomisti all’Ars e leader di Alleanza per Palermo.
«Lagalla è stato per più di quattro anni assessore regionale, proprio grazie alla serietà della coalizione di centrodestra che ha garantito in quel caso il patto pre elettorale di inserirlo in Giunta regionale - ricorda Lentini - visto che ha rinunciato alla sua candidatura a presidente della regione, e non certo per rappresentanza numerica post elettorale avendo, con il suo movimento Idea Sicilia, eletto nel 2017 solo se stesso. E’ singolare che oggi il sindaco avanzi ragionamenti di rappresentanza numerica nel prossimo consiglio comunale, iniziando con il tradimento di un patto pre elettorale «scritto» che prevede la presenza di un assessore designato dalla lista «Alleanza per Palermo», che ha raggiunto il 4,7% superando abbondantemente la quota fissata nel corso del vertice del centrodestra assieme agli altri partiti che lo hanno sostenuto». «Se davvero la nostra esclusione dal governo della città si dovesse realizzare - sottolinea Lentini - ci troveremmo davanti, appunto, ad un vero e proprio tradimento contro la coalizione e la credibilità del centrodestra, creando un vulnus insanabile anche in vista delle prossime elezioni regionali e nazionali. Oggi chiediamo l’immediata convocazione da parte del sindaco di una riunione politica con tutti i partiti che lo hanno appoggiato e hanno contribuito alla sua elezione».
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