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Castelbuono, appalto negato per i debiti della ditta col fisco: c'era un contenzioso, Comune condannato

Accolto il ricorso dell'impresa di Favara, che potrà così cominciare i lavori per il rifacimento della rete fognaria

La sede del Comune di Castelbuono

I lavori di rifacimento della rete fognaria di Castelbuono saranno eseguiti da una ditta di Favara. A stabilirlo è stato il Tar Palermo che ha accolto il ricorso della ditta assistita dagli avvocati Giovanni Puntarello e Luciana Russo di Legalit Avvocati Associati e ha annullato il provvedimento del Comune di Castelbuono che, dopo aver aggiudicato l’esecuzione dei lavori in favore della ditta favarese, ha disposto la sua esclusione dalla gara, prima della stipula del relativo contratto.

Secondo il Comune madonita, l’impresa avrebbe dovuto risultare esclusa poiché, dalle informazioni assunte presso l’Agenzia delle Entrate, la società aggiudicataria sarebbe risultata debitrice nei confronti del fisco di una somma pari a circa 77.000 euro.

A nulla erano valse le delucidazioni fornite dall’impresa che aveva fornito prova al comune di Castelbuono come, in realtà, i debiti definitivamente accertati sarebbero stati inferiori a 5.000 euro, soglia stabilita dalla legge al fine di poter validamente contrarre con la pubblica amministrazione. Ed infatti, la stazione appaltante, recependo una comunicazione dell’Agenzia delle Entrate che affermava la sussistenza del debito, non avrebbe tenuto conto della prova fornita dall’appaltatrice che ha dimostrato come i debiti fossero, per oltre 72.000, euro, oggetto di contestazione dinanzi alla commissione tributaria.

I giudici della prima sezione del Tar presieduta da Salvatore Veneziano, estensore Luca Girardi, hanno accolto la tesi degli avvocati secondo cui i debiti erariali oggetto di contestazione nell’ambito di un apposito giudizio non possono essere conteggiati ai fini del superamento della soglia che impedisce di contrarre con la pubblica amministrazione. Pertanto, il Comune di Castelbuono è stato condannato a far eseguire i lavori alla ditta ricorrente, alla quale dovrà rifondere le spese legali pari a 2.500 euro oltre agli accessori di legge ed oltre il rimborso del contributo unificato.

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