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Antonella Tirrito assessore della Dc di Cuffaro se vince Lagalla: esplode la polemica

Lagalla e Cuffaro con Antonella Tirrito all'assemblea della Dc Nuova

Si chiama Antonella Tirrito e presto potrebbe diventare assessore comunale a Palermo. All’improvviso il suo nome è finito al centro di una polemica. Perché? Perché Tirrito potrebbe essere l’assessore della Dc Nuova, il partito di Totò Cuffaro, nella compagine amministrativa di Roberto Lagalla, se il candidato del centrodestra vincerà le elezioni. Lo scontro non è sul nome, né sulla persona. Lo scontro, dopo giorni di polemiche sulla mancata partecipazione di Lagalla alle commemorazioni della strage di Capaci, è proprio sull'indicazione di un assessore da parte di Cuffaro.

«Sono giorni che Roberto Lagalla cerca di scrollarsi di dosso le accuse che gli piovono da tutte le parti, ma Totò Cuffaro oggi lo richiama all’ordine e gli ricorda che un assessorato spetta a lui». Lo afferma la segretaria provinciale di ArticoloUNO, Mariella Maggio. «D’altra parte - osserva Mariella Maggio - finora Lagalla sugli assessorati non ha toccato palla, limitandosi ad accogliere le richieste dei partiti della sua ampia e famelica coalizione. È ai cittadini che invece non promette nulla, visto che il programma è il grande assente della sua campagna elettorale. Lagalla promette che studierà in seguito i problemi di Palermo. Per ora è evidentemente troppo occupato a prendere nota delle pretese dei suoi supporter».

«Non so cosa sia ArticoloUno - replica Cuffaro - ma so chi è Mariella Maggio. È abituata a dire menzogne e a travisare la realtà. Non sono abituato a dare ordini e neppure a riceverli. Roberto Lagalla non prende ordini da nessuno e meno che mai da me».

Il commissario regionale della Dc Nuova dice che «la designazione di Antonella Tirrito come assessore l’ha fatta Lagalla e la Dc l’ha condivisa. Non avrebbe potuto scegliere di meglio. È una donna da sempre impegnata nel mondo cattolico e che condivide con la Dc i valori della dottrina sociale della chiesa». Poi Cuffaro, come ha fatto altre volte, parla di bare, quelle insepolte del cimitero dei Rotoli. «Ammesso che abbia voglia, la Maggio se ne faccia una ragione e, se lo ritiene opportuno, si occupi di come dare una cristiana o se vuole laica sepoltura alle bare che aspettano silenziose», aggiunge.

«Se la lista della Dc Nuova avrà il 7-8% avrà un ruolo in Consiglio comunale a Palermo, se non farà il 5% sarà fuori. Non vogliamo assessori, lo dico fin da adesso. A me interessa rifare la Democrazia cristiana, che vuole un voto libero, ideale e senza prebende, degli assessori non me ne frega niente. Se avessi voluto avrei scelto un assessore come hanno fatto gli altri partiti: perché non ci credo più che il potere porti voti, perché se fosse vero io dovrei prendere 2 milioni di voti per quello che ho gestito e invece non li ho, perché tutto quello che ho fatto di potere è svanito, non esiste più: mi interessa il voto ideale», conclude.

Ma la tensione resta alta. Anche perché a distanza di 5 giorni dall’affissione di finti manifesti elettorali, la Off-line corp., il collettivo artistico, ha attaccato altri poster nel centro città di Palermo e nei pressi del murales in onore dei giudici Falcone e Borsellino alla Kalsa. Questa volta a campeggiare c'è un improbabile candidato, Vittorio Mangano, che, appoggiato dal suo partito Forza Mafia, chiede una Palermo finalmente libera dalla magistratura ed una rielaborazione della pubblicità di una Fiat 126, l’auto rubata da Gaspare Spatuzza e successivamente riempita di tritolo per uccidere il giudice Paolo Borsellino. Lo slogan recita «Quando vai a votare, ricordati chi è Stato» mentre in basso a sinistra, scritto in piccolo, è presente un estratto da Wikipedia del procedimento penale, ancora in corso, nei confronti di Berlusconi e Dell’Utri come mandanti delle stragi di Via D’Amelio e Capaci».

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