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Rinnovo del contratto, rotte le trattative. I regionali vanno in piazza

Una protesta dei dipendenti regionali

Rotte le trattative per il rinnovo del contratto e, soprattutto, per la riclassificazione del personale. E i sindacati decidono di portare in piazza i dipendenti regionali. La prima manifestazione, che annuncia l'avvio di una stagione di lotta, è fissata per mercoledì 25 maggio. La manifestazione si svolgerà in contemporanea a Palermo e Catania a partire dalle 9,30 sotto le due sedi della presidenza della Regione. E vedrà una partecipazione massiccia, c'è da scommetterci, sia per il tema caldissimo (aumenti, scatti di carriera e cambio di mansioni) che per la formula scelta dai sindacati: si tratterà formalmente di una assemblea, dunque chi vi partecipa non perderà la quota giornaliera di stipendio.

«Il governo regionale, nonostante si fosse più volte impegnato, non ha stanziato le risorse necessarie alla riqualificazione e riclassificazione di tutto il personale, vanificando, di fatto, anni di battaglie sindacali e tavoli contrattuali e, cosa ancora più grave, vorrebbe arrivare alla sottoscrizione di un contratto di lavoro fatto di lacrime e sangue in cambio di una scodella di brodaglia» hanno annunciato i Cobas Codir e il Sadirs, le due sigle autonome maggiormente rappresentative. La protesta è stata subito sposata dal Siad-Csa-Cisal, guidato da Siad-Csa-Cisal: «Grazie all'opposizione di Siad-Csa-Cisal, Cobas-Codir e Sadirs, che rappresentano oltre il 60% dei lavoratori, l'Aran ha ufficialmente sospeso le trattative sul rinnovo del contratto dei regionali. Non accettiamo alcun compromesso, il governo stanzi le risorse per la riqualificazione del personale. Il 25 maggio saremo anche noi in piazza, a Palermo e a Catania, per dire no all'ennesima presa in giro ai danni dei dipendenti».

Più cauti i confederali. Che non parlano apertamente di protesta di piazza ma criticano lo stop alle trattative: «Il rinnovo del contratto dei regionali non può assolutamente essere rimandato. Le risorse sono già state stanziate e bisogna quindi procedere celermente con la contrattazione all’Aran, pena lasciare i dipendenti della Regione indietro rispetto a tutti i colleghi del resto d’Italia. Ma anche rispetto agli altri dipendenti pubblici della Sicilia stessa, dove i 15 mila delle Funzioni centrali avranno gli aumenti già nella prossima busta paga e i quasi 80 mila tra Sanità pubblica e Autonomie locali vedranno a breve i propri contratti rinnovati. Sappiamo bene che le risorse per la riclassificazione sono irrisorie e insufficienti e stiamo spingendo a tutti i livelli, compreso quello nazionale, affinché siano aumentate appena possibile. Non siamo contenti, ma sarebbe da irresponsabili fermare anche i lavori dell’Aran per il rinnovo del contratto del comparto dei regionali» è la nota firmata da Fp Cgil con Gaetano Agliozzo, Cisl Fp con Paolo Montera, e Ugl con Ernesto Lo Verso.Cauta anche la Uil Fpl Sicilia, con Maurizio Camarda: «Le risorse dell’ultima Finanziaria sono del tutto insufficienti per riqualificare tutto il personale regionale. Chiediamo, quindi, un intervento da parte del governo Musumeci per uscire da questo limbo e in tempi rapidi. Di contro, infatti, c’è il rinnovo del contratto che son si può fermare per colpa di una azione non decisiva da parte della politica e che toglie aspettative ai dipendenti».

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