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Il vescovo di Cefalù Marciante: «Attenti a fare diventare i sindaci dei feudatari»

Giuseppe Marciante, il vescovo di Cefalù

«Serve una buona testimonianza da parte di coloro che sono impegnati nella politica. Va testimoniato che non è un mestiere ma una missione. Per alcune comunità che non sono soltanto le piccole comunità, si è tentato di rinnovare il mandato per una terza volta. Questo sarebbe un grande errore. C'è il rischio di fare diventare i sindaci dei feudatari. Come coloro che non vogliono staccarsi più dalle proprie poltrone». Giuseppe Marciante, vescovo di Cefalù, lancia un messaggio forte al mondo politico ma soprattutto a quello ecclesiastico.

«Dobbiamo pensare - afferma in una intervista pubblicata sul sito della diocesi siciliana - a dare spazio ai giovani, a nuove energie. Bisogna creare figure nuove di giovani politici. La Chiesa deve riprendere la sua storica missione di formare uomini per la politica. Una volta lo facevano i partiti. Dobbiamo creare scuole di politica ispirate alla dottrina sociale della Chiesa. Essa resta una risorsa preziosa per tutta l’umanità. Lo è tutto il magistero di Papa Francesco. A iniziare dalle due encicliche Fratelli tutti e Laudato sì». E incalza: «Dobbiamo farlo. Con un nuovo metodo: quello di formare uomini appassionati della politica. Non dobbiamo creare lo strumento, ma l’anima. In questo iter formativo potrebbero inserirsi e dare il loro prezioso contributo, legato all’esperienza vissuta nel tempo, anche i politici "navigati", ma senza l’anima dei feudatari».

Marciante si sofferma, tra l’altro, sull'abbandono del territorio. «Arrivato a Cefalù avevo già i tratti dell’identità del territorio. Avevo letto parecchio. Mi ero informato e aggiornato. Avevo registrato la fuga dei giovani. Purtroppo, anche in questi anni l’esodo è stato inarrestabile», doce. E continua: «Siamo di fronte a una lacerante desertificazione di tutti i nostri comuni. Dobbiamo arrestarne la fuga. Il mio, in questo preciso momento, vuole essere principalmente il grido di un padre che cerca di raggiungere anche il cuore delle coscienze dei nostri amministratori». Ed è proprio rivolgendosi a loro che Don Giuseppe ad alta voce consegna il suo accorato appello: «Se la politica non riesce a trattenere i giovani rischia di diventare una politica fallimentare. Mi pongo sovente una domanda. La inoltro a quanti amministrano: quanti posti di lavoro sono stati per i giovani? So bene che il crearli non dipende solo dalla politica. Ma va precisato che a livello locale ognuno deve fare la sua parte».

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