Gianfranco Miccichè, il coordinatore di Forza Italia in Sicilia, reagisce alla sfiducia espressa al capogruppo all'Ars Tommaso Calderone. «È oggettivamente imbarazzante: tra i dissidenti - dice all’Ansa, commentando l’iniziativa di sette parlamentari di auto-convocarsi per eleggere un nuovo presidente del gruppo parlamentare - ci sono assessori e presidenti di commissioni parlamentari, insomma persone che ricoprono ruoli di potere. Tanti altri invece svolgono il proprio dovere senza avere incarichi o altro. Mi tornano in mente le parole di Francesco Alberoni: "A tutti noi è capitato di aiutare qualcuno, di sostenerlo e poi scoprire che la persona beneficata, anziché esservi riconoscente, non solo dimentica quanto avete fatto per lei, ma diventa fredda e si comporta verso di voi con rancore". Ecco, penso che sia necessario ripensare ai rapporti, magari col supporto di uno psicologo». Miccichè si dichiara «amareggiato, ma sereno». E racconta: «Ho parlato con Calderone, lui è disponibile a convocare il gruppo per discutere del merito di eventuali critiche nella gestione, ma la realtà è che non esiste una motivazione per la sfiducia. Il dissenso in un partito è importante, porta al confronto. Se poi invece vogliono andarsene facciano pure, perché di fatto con questo atteggiamento dimostrano di volere creare un altro gruppo. Io sono tranquillo». Poi torna sulla questione del candidato alla presidenza della Regione. «È falso - ribadisce - che io abbia proposto il nome di Raffaele Stancanelli al presidente Berlusconi nella riunione ad Arcore. È stata una manovra di disinformazione, come ai tempi dell’Unione Sovietica. Devo dire: sono stati bravi», ha aggiunto Miccichè. «Prima dell’incontro - racconta - qualcuno ha telefonato a un dirigente di Fi, dicendogli che io avrei fatto il nome di Stancanelli. Questa informazione falsa è stata poi riferita a chi era presente ad Arcore, prima della riunione mi è stato chiesto se fosse vero e lì allora è venuto fuori il giochetto della disinformazione. Intanto, avevano dato la falsa notizia alla stampa». Il mandante? «So chi è, ma non lo dico», conclude Miccichè.