«Una città sospesa tra speranza e disperazione, dove la disperazione sembra prendere il sopravvento, è una città dove non si può programmare il futuro. Le forze politiche si fronteggiano non su un progetto di rilancio ma sui brandelli di una città che, come ha ben detto Franco Miceli, è diventata invece merce di scambio. Avevamo sperato che si potessero creare le condizioni per una campagna elettorale che mettesse al centro i problemi ma che considerasse anche le tante risorse dei palermitani». Lo afferma il segretario generale Cgil Palermo, Mario Ridulfo, per il quale «sta invece prevalendo la logica spartitoria e quella di appartenenza, anche dentro gli stessi gruppi politici». Il civismo da un lato, e le famiglie politiche tradizionali dall’altro, «se vogliono il bene della città, decono competere sui progetti e sulle proposte- prosegue il segretario Cgil Ridulfo - auspichiamo che il fronte progressista che ha governato Palermo negli ultimi dieci anni sia aperto alle istanze e che vengono dal basso e alle tante competenze in campo, e che allo stesso tempo faccia tesoro sia delle esperienze che dei tanti errori».
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