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Palermo, un vertice del centrodestra a Roma per decidere se ci sarà un solo candidato

Selfie Meloni-Salvini

Fratelli d’Italia tiene il punto. Torna a mettere nero su bianco che il proprio candidato sindaco è Carolina Varchi. Diventerà Bellissima si allinea, pronta a sostenere la sfida a Forza Italia, Lega e centristi. Entrambi fanno sapere di avere pronte anche le liste per una corsa solitaria. E tuttavia dietro la mossa del partito della Meloni c’è l’estremo tentativo di spingere gli ex alleati del centrodestra a una ricomposizione per le Amministrative di maggio.

Il vertice romano

Sarà un vertice fra la stessa Meloni, Matteo Salvini, Antonio Tajani e Lorenzo Cesa, questa settimana a Roma (il giorno è ancora da fissare), a dire l’ultima parola. Solo allora si capirà se il centrodestra arriverà al voto, per i Comuni ma anche per la Regione, con due o più candidati. Nell’attesa però dietro i posizionamenti dei partiti si intravedono le strategie per arrivare con la massima forza politica al vertice decisivo.

Una candidatura «offerta»

La nota con cui Fratelli d’Italia ieri ha informato della decisione presa dal coordinamento provinciale usa un’espressione precisa: «Il partito ribadisce la scelta di offrire al centrodestra la candidatura della Varchi». Il verbo utilizzato dal coordinatore regionale Giampiero Cannella, da quello provinciale Raoul Russo e dal leader cittadino Francesco Scarpinato è «offrire», spia della volontà di escludere una corsa solitaria e di concordare la candidatura. Una volontà raccolta in Sicilia dai vertici della Lega: «Noi lavoriamo per riportare all’unità la coalizione. I nomi vengono dopo», ha detto il segretario regionale Nino Minardo.

Lo scenario della divisione

Fin qui tutto in politichese. Ma al vertice il centrodestra arriva con due scenari precisi e facilmente traducibili. Il primo - il più accreditato dalle dichiarazioni ufficiali - è che ci siano due candidati: uno dell’asse Fratelli d’Italia-Diventerà Bellissima e uno di Forza Italia, Lega, Udc, Cantiere Popolare, Mpa e Democrazia Cristiana. In questo scenario i nomi in campo sarebbero quelli della Varchi (o di Alessandro Aricò) da un lato e Roberto Lagalla o Francesco Cascio dall’altro.

La sfida di Lagalla

Va detto che proprio in questi giorni, discutendo con i fedelissimi, Roberto Lagalla, assessore regionale alla Formazione ed esponente dell’Udc, ha sciolto un dubbio che mette un paletto importante nel dibattito: correrà anche nel caso di una coalizione che fallisca la riunificazione con Fratelli d’Italia. Accetterà, insomma, la sfida a destra, oltre che a sinistra con l’ormai probabile candidato Franco Miceli. Le quotazioni di Lagalla negli ultimi giorni sono un po’ calate, ma il fatto che Forza Italia punti sulla Regione, più che su Palazzo delle Aquile, stoppa le ambizioni di Cascio, malgrado l’ex presidente dell’Ars possa contare su un gradimento trasversale che arriva proprio fino al partito della Meloni e coinvolge quello di Salvini.

L'ipotesi della riunificazione

Ma la Lega da giorni si dice certa che lo strappo con la Meloni possa essere ricucito sul piano nazionale. A quel punto - sfruttando le decine di candidature che vanno coordinate in vista delle Amministrative - anche in Sicilia lo scenario potrebbe mutare rispetto alle dichiarazioni ufficiali di questi giorni. In caso di riunificazione il centrodestra potrebbe davvero offrire alla Meloni la candidatura in città: lasciando libera la scelta fra Varchi e Aricò e dando per scontato che la leader di Fratelli d’Italia faccia cadere le ambizioni sulla Regione e dunque la sponsorizzazione del Musumeci bis. A quel punto il centrodestra si presenterebbe unito a Palermo e getterebbe le basi per un accordo, anche in vista delle Regionali, con Forza Italia, che opterebbe per la presidenza dell’Ars (è la vera ambizione di Gianfranco Micciché) e la candidatura a sindaco di Messina per Matilde Siracusano, mentre proprio al Carroccio andrebbe il candidato a Palazzo d’Orleans. Ruolo che a questo punto potrebbe andare a Minardo.

I consigli di Cuffaro

In questo scenario potrebbe maturare anche una sorpresa: perché per arrivare a una riunificazione ogni partito dovrebbe fare un passo indietro e dunque in città e alla Regione potrebbe venir fuori qualche nome non emerso fino a oggi. Totò Cuffaro, ora a capo della Dc, legge in questa chiave la situazione attuale, dopo l’incontro a Catania con Musumeci: «Al momento a Palermo ci sono cinque candidati nella nostra area: Varchi, Cascio, Lagalla, Totò Lentini per l’Mpa e Davide Faraone per Italia Viva. È necessario sedersi e ragionare su come ritrovare l’unità, altrimenti così si perde».

Le rivendicazioni di Giorgia Meloni

E tuttavia anche di fronte allo scenario che vede una riunificazione del centrodestra per le Amministrative, Fdi tenterà un rilancio. La Meloni ritiene che il suo partito sia quello che può contare su meno ruoli nel quadro delle Regioni rispetto alla Lega, che ha parecchi governatori al Nord, e a Forza Italia che ha più presidenti al Sud: chiederebbe quindi un riequilibrio considerando la trattativa per Palazzo d’Orleans indipendente da quella per Palazzo delle Aquile. E puntando però anche a guidare il Lazio. Difficile pensare che possa finire così. Ma all’appuntamento decisivo è così che arrivano i leader del centrodestra.

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