Il ticket è pronto: Micciché per Palazzo d’Orleans e Faraone per Palazzo delle Aquile. Ieri il luogotenente di Renzi in Sicilia, Davide Faraone, ha lanciato una cima a Gianfranco Micciché come candidato alla Presidenza della Regione. «Sta dimostrando di avere coraggio. È tempo di passare dalle chiacchiere ai fatti: chi parla di campo largo e di “modello Draghi” deve avere gli attributi per attuarli. Gianfranco sta dimostrando di averli. Altri dovrebbero fare altrettanto anziché stare sempre sotto traccia. Palermo prima e la Sicilia dopo possono rappresentare un ottimo inizio», spiega Faraone. C’è dunque il sì di Renzi e di Italia Viva al percorso di Micciché. Ma l’attuale presidente dell’Ars si era sbilanciato nei mesi scorsi a favore di Lagalla candidato sindaco a Palermo. E alla poltrona più importante di Palazzo delle Aquile si è candidato proprio Faraone. Ci sarà dunque da vedere come evolveranno le trattative per arrivare a un accordo complessivo. Sottotraccia emerge anche la nuova Dc di Totò Cuffaro e il progetto del «grande Centro». «Per me il leader naturale di quest’area è Matteo Renzi», ha detto l’ex presidente della Regione Siciliana in una intervista a Il Mattino, «lo stiamo coinvolgendo, sento spesso i suoi emissari sull’isola come Davide Faraone. L’ex premier ha fatto ormai una chiara scelta di centro e sono i nostri interlocutori privilegiati». Secondo Cuffaro, infine, «c’è la possibilità di aggregare altri partiti moderati come Forza Italia, con Miccichè qui in Sicilia - conclude - le interlocuzioni ci sono da sempre, lavoriamo assieme». Ma intanto l’avanzata di Miccichè trova resistenze proprio nel suo partito. «Fermati, evitiamo il 2012...», dice in un’intervista a Repubblica Renato Schifani, ex presidente del Senato. Cosa accadde nel 2012? «Gianfranco creò la spaccatura che ci portò a Crocetta. Allora ero presidente del Senato e quindi avevo scarsa agibilità politica. Ora farò di tutto per evitarlo. Ricordo tutti quegli eventi», risponde Schifani. «Gianfranco sottrasse una costola al Pdl e creò Grande Sud. Berlusconi mi disse che Gianfranco chiedeva la presidenza della Regione. Provammo in tutti i modi a fermarlo». Si candidò. «Pure Berlusconi provò a stopparlo». Niente da fare. «Gianfranco, pur riconoscendo i miei sforzi di mediazione, preso dall’ira - svela Schifani - mi mandò un sms: "Non mi avete voluto, vi farò perdere"». Faraone, in attesa che il mosaico si componga, a Palermo tira dritto. Ieri ha incontrato Alessandro Albanese, presidente di Confindustria Sicilia ma anche della Camera di Commercio Palermo- Enna. «Abbiamo avuto un confronto molto franco - riferisce Albanese - e ho consegnato al senatore Faraone le istanze del mondo delle imprese, a partire dall’assoluta necessità di una importante opera di sbrurocratizzazione che agevoli l'arrivo dei fondi del Pnrr, ma anche la necessità di intervenire con urgenza sul caro energia. In ultimo, l'impellente azione da portare avanti nei confronti di Inps e Mise affinché si risolva una volta per tutte la problematica dei pensionati delle Camere di Commercio siciliane che attualmente sono a carico degli enti costretti a impegnare fondi molto consistenti per garantire gli assegni di quiescenza».