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Palermo, in Consiglio comunale salta la presa d'atto del Pef Tari: la Rap resta a secco

Sala delle Lapidi

Il Consiglio comunale di Palermo non ha votato la presa d’atto del Pef Tari 2020 che avrebbe consentito di trasferire alla Rap (la partecipata del Comune che si occupa della raccolta dei rifiuti), circa 26 milioni, somma anticipata dall’azienda lo scorso anno per pagare i costi aggiuntivi prodotti dal conferimento dei rifiuti in discariche fuori città.

«Quello che è accaduto oggi in aula - dicono i consiglieri dei gruppi che sostengono la giunta Orlando, Avanti Insieme, Partito Democratico e Sinistra Comune - è gravissimo. La mancata trattazione dell’atto per il caos creato in aula da alcuni gruppi politici di centrodestra e l’improvvisa chiusura della seduta, non soltanto mette a rischio da domani la tenuta economico-finanziaria della Rap, ma determinerà un enorme appesantimento della Tari 2022 per i cittadini che dovranno, per legge, coprire i costi non più in due anni ma in un solo anno».

L’anno si chiude in un clima di forti tensioni. «Ancora una volta - aggiungono i gruppi che sostengono Orlando - la maggioranza numerica di centrodestra non ha voluto rispettare l’impegno d’aula, mandando in fumo, oltre alla delibera Presa d’atto Pef Tari 2020, anche i debiti fuori bilancio, che avrebbero dovuto essere approvati entro oggi, al fine di liquidare i creditori del Comune e di evitare che l’ente sforasse uno dei parametri di deficitarietà strutturale. Tra i creditori, segnaliamo la nostra azienda partecipata Amat alla quale sono stati riconosciuti 1.765.415 euro per servizi resi alla città. L’irresponsabilità di questo centrodestra che ormai governa l’aula, purtroppo, continua a danneggiare la città».

Anche il sindaco e la giunta di Palermo hanno commentato quanto successo, dicendo di registrare «ancora una volta il comportamento irresponsabile di quella che da oltre un anno è la maggioranza in Consiglio comunale. Continuare a far pagare ai palermitani, alle palermitane, alle aziende partecipate e ai lavoratori, ai creditori e agli imprenditori, è la conseguenza di uno stato confusionale del Consiglio comunale, essenziale organo di governo che oscilla tra isterie e velleità elettorali».

«L'augurio e l’impegno è che il 2022 sia anno decisivo per il futuro della nostra città mortificata, da oltre un anno, da comportamenti irresponsabili di una eterogenea “nuova maggioranza” del tutto insensibile alla delicatezza della situazione sociale e sanitaria della nostra città, chiamata ad affrontare e subire la pesante sfida della pandemia e di una crisi economica assai grave. Lo sviamento continuo del ruolo istituzionale del Consiglio comunale - continua la nota di sindaco e giunta - è motivo di gravi responsabilità sotto ogni profilo, ma in primo luogo di responsabilità politica e amministrativa che impediscono le condizioni indispensabili per affrontare le criticità che poi paradossalmente esponenti di questa maggioranza attribuiscono alla giunta, alla struttura comunale e a quanti in Consiglio sono impegnati a fronteggiare una condizione dove l’emergenza più dannosa è ormai chiaro essere lo stesso irresponsabile comportamento di taluni consiglieri comunali».

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