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Palermo, flash mob dei magistrati onorari davanti al Palazzo di Giustizia

Flash mob davanti al Palazzo di giustizia organizzato dai magistrati onorari per portare all'attenzione dell'opinione pubblica l'ipotesi di riforma che costituisce a dire degli stessi (già definiti dalla Corte di giustizia europea giudici discriminati da oltre 20 anni), l'«ennesima forma di disapplicazione - affermano - delle normative interne e comunitarie sui principi di eguaglianza di trattamento dei lavoratori». Uno dei punti più contestati, in quanto condizione essenziale per la stabilizzazione, è «la rinuncia ad ogni ulteriore pretesa rispetto al rapporto lavorativo pregresso».

I giudici onorari tornano in piazza per «sottolineare» - ancora una volta - la precaria condizione lavorativa che li riguarda. «Nel tentativo di fornire una soluzione risolutiva all’Europa - afferma Giulia Bentley, vice procuratore onorario durante il flash mob di stamattina davanti al Palazzo di Giustizia - e che potesse dirsi satisfattiva delle sacrosante richieste della categoria, il ministero si accinge a dare vita ad un vero e proprio Frankenstein: un magistrato inquadrato come un funzionario amministrativo... o meglio, invertendo i fattori, un funzionario amministrativo che svolge le funzioni giurisdizionali proprie di un magistrato. Peccato che - sostiene - tale figura ibrida non sia contemplata dal nostro ordinamento e quindi da ritenere assolutamente impraticabile».

L’emendamento governativo del ddl Bilancio 2022/2024 - secondo i magistrati onorari - non soddisfa le esigenze poste dalla Corte di giustizia europea con la sentenza del luglio del 2020 né risponde ai rilievi né alle indicazioni contenute nella lettera di apertura della procedura di infrazione ricevuta dall’Italia il 15 luglio scorso. «Ma prima di tutto - aggiunge Bentley - non si concilia con i principi della nostra Carta costituzionale». I magistrati onorari restano «attoniti» anche di fronte alla previsione della rinuncia ad ogni azione giudiziaria da sottoscrivere all’atto della presentazione della domanda di conferma. «Chiediamo di essere riconosciuti nel nostro status di magistrati, ancorché onorari, con tutto ciò che ne consegue; che lo si faccia ora - aggiunge Bentley - senza ulteriori proroghe che, è bene ricordarlo, lasciano i magistrati onorari nella loro condizione di precari privi di diritti e tutele». Una condizione che, oltre alle manifestazioni, aveva spinto i magistrati anche allo sciopero della fame.

«Non cerchiamo soluzioni di comodo inevitabilmente destinate ad essere travolte dalla loro stessa illegittimità: chiediamo di essere riconosciuti nel nostro status di magistrati, ancorché onorari - ribadiscono i magistrati onorari -, con tutto ciò che ne consegue ; che lo si faccia ora senza ulteriori proroghe che, è bene ricordarlo, lasciano i magistrati onorari nella loro condizione di precari privi di diritti e di ogni tutela. Una condizione che lo stesso ministro Marta Cartabia pochi giorni fa ad Atreju ha definito vergognosa».

Presente alla manifestazione il coordinatore provinciale di Noi di centro, l’avvocato Giovanni Di Trapani, il quale ha dichiarato che la formazione politica creata da Clemente Mastella sposa la causa dei magistrati onorari.

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