
Sala delle Lapidi ci vuole provare. E dà una chance all'amministrazione che al posto della dichiarazione di dissesto ha chiesto il sostegno al via libera al piano di riequilibrio, giudicato meno rigido e più «democratico» perché revocabile in qualsiasi momento. Ieri il dibattito, stamattina il voto in aula - convocata alle 10 – sulla delibera di autorizzazione che, comunque, conterrà un emendamento che scandirà i tempi all'amministrazione sugli snodi più significativi.
Questo passaggio avvia di fatto la procedura per cui entro 90 giorni la giunta deve elaborare un piano che dovrà – non si sa come – riportare in equilibrio i conti che al momento sono sbilanciati per 73 milioni che dovrà essere votato dal Consiglio per poi passare ai controlli di Viminale e Corte dei Conti. Si tratta - scrive Giancarlo Macaluso sul Giornale di Sicilia in edicola - di somme da accantonare per le tasse non riscosse e che bisognerà trovare tagliando il tagliabile. Con un dettaglio di non poco conto: il ragioniere generale ha certificato che il fondo del barile è stato già raschiato.
Di più, a legislazione invariata un riequilibrio dei conti sarà impossibile a giudizio di Paolo Basile. Si tratta di somme da accantonare per le tasse non riscosse e che bisognerà trovare tagliando il tagliabile. Con un dettaglio di non poco conto: il ragioniere generale ha certificato che il fondo del barile è stato già raschiato. Di più, a legislazione invariata un riequilibrio dei conti sarà impossibile a giudizio di Paolo Basile.
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