Lo scivolone del sindaco di Palermo in fondo alla lista sul gradimento degli amministratori italiani agita la politica cittadina ma non troppo. I dati di ieri della rilevazione de Il Sole 24 Ore scatenano le opposizioni che trovano un motivo in più per attaccare l’esperienza di Leoluca Orlando, ormai in finale di partita.
A Palazzo delle Aquile - scrive Giancarlo Macaluso sul Giornale di Sicilia - la faccenda si tende a ignorarla. Tacere, sopire. Anche se fa molto strano che, a eccezione dell’assessore Catania, nessuno della maggioranza organizzi un ragionamento per un minimo di difesa, anche d’ufficio. Neanche le opposizioni, a eccezione della Lega, brillano. Forse perché un sindaco di destra come Pogliese, finito all’ultimo posto, non mette nessuno al riparo da critiche.
E così l’unico che in questo frangente tenta di fare quadrato attorno all’esperienza del sindaco è Giusto Catania, assessore alla Mobilità. «Sul nostro Comune pesano, oltre alle difficoltà portate dalla pandemia, le criticità del bilancio che, come altre grandi città del Sud quali Catania e Napoli, sono acuite da parametri arbitrari e bizzarri che impediscono la spesa e acuiscono l’evasione tributaria».
Ma c’è chi, come Marianna Caronia, consigliera e parlamentare regionale, da poco fuoriuscita da Forza Italia, non si rassegna all’idea che Orlando debba concludere il suo mandato senza essere sfiduciato: «Quel che stupisce è che ci sia ancora una maggioranza di consiglieri comunali, di finta opposizione, a tenerlo ancora al suo posto».
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