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Terremoto alla Rap di Palermo, Miliziano incompatibile con l'incarico di amministratore

Maurizio Miliziano

Altro terremoto al Comune di Palermo. Nel bel mezzo di una vera e propria emergenza rifiuti in città il capo del gabinetto del sindaco ha messo nero su bianco che Maurizio Miliziano, amministratore unico della Rap, è incompatibile con l’incarico. Dalla verifica fatta da Sergio Pollicita, infatti, sarebbe emerso che Miliziano - nominato lo scorso 22 aprile a capo di Rap e anche amministratore unico della società Quisquina Ambiente srl del Comune di Santo Stefano Quisquina - non può avere il doppio incarico, visto che Comune di Palermo ha una popolazione superiore ai 15 mila abitanti.

A stabilirlo è il Decreto Legislativo 39 del 2013, che sancisce che 'non possono essere conferiti incarichi di amministratore di ente di diritto privato in controllo pubblico da parte di un Comune con popolazione superiore a 15 mila abitanti a chi ricopre ruoli di presidente o amministratore delegato di enti di diritto privato in controllo pubblico'. Una posizione che non sarebbe neppure sanabile anche qualora Miliziano si dimettesse dalla Quisquina Ambiente, visto che 'l'inconferibilità si è verificata nel momento in cui è stato attribuito l’incarico di amministratore unico di Rap, con conseguente nullità del medesimo', scrive Pollicita.

Miliziano, secondo quando emerge, sarebbe pronto a fare un passo indietro. "Mi rimetto alle decisioni che saranno assunte dagli organi competenti - ha scritto Miliziano in una lettera inviata al sindaco Orlando, all’assessore Marino e per conoscenza al segretario generale del Comune e al direttore di Rap - ritengo opportuno precisare che lo svolgimento dei fatti che hanno indotto il sindaco a procedere alla mia nomina, connotata dal carattere dell’imprevedibilità e dalla conseguente urgenza con il quale il sindaco si è determinato anche al fine di dare continuità alla gestione aziendale. A riguardo non posso che ringraziare il signor sindaco per la fiducia che mi è stata accordata evidenziando che le dichiarazioni da me rese corrispondono, in tutto e per tutto, alla realtà dei fatti con gli incarichi a me conferiti e che non ho inteso occultare nè nascondere l’ipotesi di inconferibilità oggi comunicatami".

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