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Crisi delle Città metropolitane, il 15 maggio a Palermo la marcia dei sindaci

La marcia dei sindaci in programma a Palermo e promossa dal sindaco della Città metropolitana di Messina, Cateno de Luca, è stata anticipata a mercoledì 15 , alle 11, in piazza Indipendenza, davanti alla sede della Regione. Il concentramento coinvolgerà tutti i sindaci metropolitani, i commissari dei Liberi Consorzi e di tutti i sindaci dei Comuni per sottolineare l'impossibilita' di far fronte agli obblighi istituzionali e alla erogazione dei servizi a causa della drammatica situazione economica, determinatasi esclusivamente a causa del prelievo forzoso dello Stato.

"Ritengo indispensabile - dice il sindaco di Messina, Cateno De Luca - unire le forze di tutti noi sindaci siciliani e, pertanto, saremo a Palermo il 15 maggio per manifestare il disagio delle comunità locali a causa della impossibilità delle ex Province siciliane tutte, di erogare servizi e, nel contempo, per consegnare al Presidente della Regione la soluzione tecnica che è stata individuata per risolvere definitivamente i problemi finanziari dei Liberi Consorzi e Città Metropolitane della Sicilia".

La proposta è finalizzata all'approvazione, da parte del Parlamento nazionale, delle modifiche normative che consentano alle Città Metropolitane e ai Liberi Consorzi di approvare i Bilanci pregressi anche in presenza di criticità (squilibri) e alla copertura finanziaria per il triennio 2019-2021, utilizzando le somme del Fondo sviluppo e coesione per circa 350 milioni di euro.

Questa soluzione "pur non ottemperando pienamente alla richiesta originaria di avere restituiti i fondi sottratti alle ex Province dal prelievo forzoso", uniformandosi a quanto è già avvenuto nelle Regioni a statuto ordinario è, in questo momento, "l'unica soluzione praticabile per salvare le Città Metropolitane e i Liberi Consorzi siciliani, evitando un danno peggiore e irreversibile come la dichiarazione di dissesto che non consentirebbe comunque di utilizzare le risorse finanziarie per investimenti sul territorio, stante che il dissesto, in presenza di una non risolta crisi finanziaria degli Enti di area vasta, non rappresenta la soluzione al problema della impossibilita' di approvare i documenti contabili degli Enti".

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