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Decreto sicurezza, a Palermo sono 182 i casi "in esame" all'ufficio anagrafe

Dopo due sedute andate a vuoto e rinviate, il Consiglio comunale di Palermo ha ascoltato oggi il capo area servizi al cittadino Maurizio Pedicone, il capo dell’ufficio legale Giulio Geraci e l’assessore ai servizi anagrafici Gaspare Nicotri sulla questione relativa agli effetti della disposizione del sindaco Leoluca Orlando di non applicare il decreto sicurezza nella parte che nega l’iscrizione all’anagrafe agli immigrati con permesso di soggiorno.

Pedicone ha ribadito, in un’aula praticamente deserta, con una dozzina di consiglieri presenti su 40, che «non esiste nessun blocco degli uffici» e che le istanze al momento in esame sono 182 e saranno completate entro il 27 gennaio. Da quando Orlando ha annunciato lo stop al decreto sono pervenute agli uffici 35 istanze che saranno esaminate dal 28 gennaio.

L’assessore ai Servizi anagrafici Gaspare Nicotri ha sottolineato che il decreto sicurezza non ha abrogato le norme sul procedimento amministrativo: «La pubblica amministrazione ha l'obbligo di rispettare le leggi: tutte le istanze vanno protocollate, lavorate e valutate e quindi bisogna rispondere. Il sindaco può decidere di accogliere le richieste in contrasto
con gli uffici, sarà il prefetto successivamente, se ritiene l'atto illegittimo, ad annullarlo. Il sindaco può impugnare l'annullamento al Tar e porre in giudizio la questione di costituzionalità del decreto o di una sua parte».

«L'avvocatura comunale - spiega il capo dell’ufficio legale Giulio Geraci - si sta occupando dell’esame della percorribilità su una eventuale azione giudiziaria da fare valere davanti al giudice per potere sollevare in via incidentale la questione di legittimità costituzionale delle norme contenute nel decreto sicurezza convertito in legge».

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