Inchiesta sui rifiuti a Bagheria, il sindaco Cinque: contestazioni che saranno strumentalizzate
PALERMO. "Non ho mai pronunciato le parole: Giustizia ad orologeria" è quanto dichiara il sindaco di Bagheria, Patrizio Cinque, riferendosi a dichiarazione diffuse nelle ore immediatamente successive alla notizia dell’indagine della procura di Termini Imerese. "Quanto circolato oggi, a mio nome - aggiunge -, non rispecchia il mio pensiero né tanto meno quello del MoVimento 5 Stelle. La magistratura fa il proprio dovere e ha tutta la nostra fiducia, dispiace certamente che queste contestazioni avvengano alla vigilia di un importante appuntamento elettorale perché saranno oggetto di ampie strumentalizzazioni politiche come sempre avviene quando di mezzo c’è il MoVimento 5 Stelle". "Nel merito - continua il primo cittadino - confermo la fiducia negli uffici comunali, composti da professionisti seri, e sono certo della buona fede degli atti compiuti nel solo interesse dell’amministrazione e dei cittadini di Bagheria. E i risultati ottenuti, ad esempio sul fronte della raccolta differenziata, ci confortano. Dimostrazione siano le dichiarazioni del pentito Pasquale Di Salvo al processo “Panta Rei”, a Milano, che ha affermato che ero inavvicinabile". "Voglio assicurare che tutti i dipendenti che sono coinvolti nell'inchiesta sono tutte ottime persone, ligie al dovere, stavano solo espletando le consuete procedure e stiamo valutando di mettere a disposizione di tutti i dipendenti coinvolti l'avvocato comunale dal momento che questo è un attacco al Comune tutto", sostiene. "Dimostreremo non solo la totale estraneità ai fatti contestati - sottolinea il sindaco - ma dimostreremo con atti, verbali e documenti come abbiamo compiuto ogni gesto alla luce del sole, nell'interesse dell'amministrazione". "Sul palazzetto dello sport poi è assurda l'accusa del momento che proprio io avevo sottolineato come non si dovesse procedere ad un affidamento diretto ma valutare l'entrata del pubblico nella gestione, proponendo il Comune di Bagheria quale capofila in un progetto che coinvolgesse pubblico e privato", sottolinea il primo cittadino relativamente al capo di imputazione di turbativa sulla gestione del bene. Sulla vicenda interviene Daniele Vella, candidato a sindaco di Bagheria per il centrosinistra e sconfitto da Cinque al ballottaggio: "Alla luce del provvedimento della magistratura, il sindaco deve seriamente valutare le proprie dimissioni. Non si può amministrare una città avendo in capo un provvedimento così grave che toglie tempo, energie e serenità". "Solo le dimissioni e l'intervento di un commissario - aggiunge - possono ripristinare un clima che permetta al Comune di essere accompagnato al voto. Ad oggi possiamo dire che l'esperienza dei 5 Stelle nella più grande città della provincia di Palermo è fallita. Questa è l'ennesima prova dell'incapacità di governo di questo movimento, che predica l'onestà e inciampa troppo spesso sul rispetto della legge". "Finalmente l'onestà tanto sbandierata dai cinque stelle sta prendendo campo a Bagheria" dice in una nota il senatore Francesco Campanella, ex parlamentare del M5s oggi di Art. 1 Mdp. "Pare infatti - aggiunge - che i carabinieri al comune di Bagheria siano al lavoro da ieri notte. Sembra che siano ventuno i dipendenti comunali indagati negli uffici Gare e Lavori Pubblici. Due anni fa - ricorda Campanella - proprio sul sistema degli appalti diretti per i rifiuti ho presentato un'interrogazione parlamentare e un esposto in Procura della Repubblica di Palermo. Qualcosa si smuove a Bagheria. Troppo spesso il sindaco Cinque si è sentito inattaccabile e l'onestà l'ha esercitata a suo modo, diciamo adattandola ai propri interessi".