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Orlando successo al primo turno:
"Il mio partito si chiama Palermo"

PALERMO. La prima volta che il Consiglio comunale lo scelse come sindaco aveva 38 anni, oggi Leoluca Orlando ne ha quasi settanta ed è pronto a succedere a sé stesso. Dal 1985 al 2017, per la quinta volta, il Professore sarà il sindaco di Palermo. Orlando vince a Palermo con un risultato netto (che supera il 46%) e viene riconfermato sindaco.

Sembra aver convinto i palermitani, al primo turno, grazie anche alla nuova legge elettorale che non chiede il superamento della metà delle preferenze per escludere il ballottaggio, che rischiava, come sempre, di essere un’incognita.

Il successo non era inaspettato. E anche gli altri candidati a sindaco avevano sempre confessato nel corso di tutta la campagna elettorale che l’uomo da battere fosse proprio il sindaco uscente. D’altro canto i suoi avversari principali non è che siano arrivati in perfetta forma alle urne: Fabrizio Ferrandelli supportato da partiti che non fanno esattamente parte del suo elettorato, Ugo Forello con un M5S spaccato in città e che a livello nazionale non ha certo sfondato.

''Questa esperienza politica deve continuare ed è un modello di riferimento per tante altre realtà del nostro Paese, è un modello di civismo politico che è alternativo ai velleitarismi e alle logiche soffocanti degli apparati. Il mio partito si chiama Palermo'', ha detto Orlando appena arrivato nella sede del comitato elettorale allestito all'hotel Borsa di Palermo e dove raccoglie gli applausi dei suoi: "I risultati di Palermo sono i migliori tra tutte le grandi città italiane, questi risultati ci hanno premiati e ci spingono ad andare avanti. Voglio dire grazie a tutti coloro che hanno condiviso quella che sembrava una follia, una cosa fuori dall'ordine normale delle cose".

Negli ultimi giorni molti artisti della città si erano schierati apertamente con il sindaco: #ilcambiamentononsiferma, hanno scritto sui social network a supporto di brevi video in cui raccontavano, dal loro punto di vista, i successi dell’amministrazione comunale uscente.

Adesso Orlando, supportato dalle urne, non si ferma davvero e torna, senza esserne mai uscito in realtà, a Palazzo delle Aquile. Qualcuno sui social commenta: “Starà già allargando la Ztl”. Magari è proprio così ed ai palermitani, in fondo, le scelte di Orlando, la sua conoscenza della città, la lunga esperienza, i suoi rapporti anche oltre lo Stretto, persino proprio i contestati (almeno da una parte della città) provvedimenti sulla viabilità e le chiusure del centro sono evidentemente piaciuti.

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