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Comunarie M5S a Palermo, 5 candidati vanno al secondo turno

PALERMO. Le "comunarie" nonostante tutto. Nel mezzo delle feste natalizie il M5S indice le votazioni online per le candidature a Palermo. E lo fa non tendendo conto del caos che, da mesi, impera nel capoluogo siciliano: tra l'inchiesta sulle firme false, le sospensioni di deputati e attivisti e le rinunce a correre che si sono succedute.

Alla fine, però, Beppe Grillo e Davide Casaleggio decidono quindi di andare avanti. E lo fanno anche, per provare a ripartire dopo un Natale 'funestato" tra l'altro dalla grande tensione che attanaglia la giunta capitolina targata 5 stelle.

In 9 ore, sul blog, votano 524 iscritti residenti nel capoluogo siculo. I primi 5 votati correranno per la carica di sindaco (si vota nel 2017) dopo un secondo turno che si terrà nelle prossime settimane.

E tra loro ci sono alcune 'teste di serie" della vigilia: il fondatore di Addiopizzo Salvatore Ugo Forello (contro cui Riccardo Nuti nelle settimane scorse ha presentato un esposto in procura); Tiziana Di Pasquale; il leader del sindacato di polizia Consap Igor Gelarda, outsider che, da qualche tempo, sembra aver messo in campo un sodalizio con Luigi Di Maio. Gli altri più votati sono Giulia Argiroffi e Giancarlo Caparrotta.

In tanti (da Adriano Varrica a William Anselmo), però, hanno rinunciato. Rinunce che si sono accavallate allo stop dei garanti alla corsa di Samanta Busalacchi e Riccardo Ricciardi. E che hanno indispettito più di un esponente M5S.

Solo il 26 dicembre, la deputata Chiara Di Benedetto (vicina a Riccardo Nuti) attaccava: «non mi stupirei se dietro a molti ritiri si nasconda il più infimo progetto di boicottare le »comunarie« online per poter, poco dopo, presentare una lista bella e pronta». La partita, a Palermo, insomma resta complicata e, nel frattempo, il Pd passa già all'attacco: «zitti scattano le comunarie in gran segreto. Dopo le firme false ora passano alle votazioni carbonare».

Ma il M5S tenta di ripartire. Lo fa accelerando sui punti del programma di governo da mettere online e tornando alla carica contro Matteo Renzi, con la richiesta di un'informativa del governo in Aula sull'inchiesta Consip che ha visto l'interrogatorio del ministro dello Sport Luca Lotti.

Lo fa lavorando a quel nuovo codice etico che potrebbe ammorbidire le sanzioni per chi è iscritto nel registro degli indagati e che trova più di uno scettico tra gli esponenti 'ortodossi", convinti che, nel caso la sindaca di Roma Virginia Raggi ricevesse un avviso di garanzia dovrebbe seguire alla lettera il codice di comportamento M5S: che rimette nelle mani di garanti o iscritti la possibilità di dimissioni.

Nell'attesa, dietro l'apparente distanza dai vertici del M5S nei confronti delle vicende romane, c'è la massima attenzione del Movimento sul Campidoglio. Un Movimento che, con gli 'emissarì Riccardo Fraccaro e Alfonso Bonafede e con l'upgrade dell'assessore Massimo Colomban, vicino a Casaleggio, è consapevole che, sulla Capitale, ogni passo falso ora sarebbe fatale.

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