PALERMO. La Procura comincerà, lunedì prossimo, a sentire le persone coinvolte nella vicenda delle presunte firme false apposte per la presentazione della lista del M5s alle elezioni comunali di Palermo del 2012.
A sommarie informazioni verranno sentiti una serie di testimoni tirati in ballo da Vincenzo Pintagro, attivista del movimento che ha denunciato il caso e che è stato ascoltato dai magistrati nei giorni scorsi.
Non sono stati ancora interrogati, invece, gli indagati, che rispondono del reato previsto dall'articolo 90, secondo comma, del Testo Unico 570 del 1960. La norma punisce con la reclusione da due a cinque anni, tra l'altro, "chiunque forma falsamente, in tutto o in parte, liste di elettori o di candidati od altri atti dal presente Testo Unico destinati alle operazioni elettorali, o altera uno di tali atti veri oppure sostituisce, sopprime o distrugge in tutto o in parte uno degli atti medesimi".
Pintagro ha raccontato che le firme presentate in tribunale in occasione delle consultazioni elettorali erano state ricopiate dalle originali, inutilizzabili per un vizio di forma, da due esponenti: Claudia Mannino (ora deputata) e Samantha Busalacchi (ora collaboratrice del gruppo di M5S all'Ars, tra gli aspiranti candidati a sindaco alle prossime comunali).
Sulla vicenda la Digos di Palermo, già nel 2013, in seguito a un anonimo, aveva aperto un'indagine che si era però conclusa con una archiviazione. I magistrati hanno riaperto l'inchiesta ad ottobre a seguito delle denunce di Pintagro, che si è rivolto alla trasmissione Le Iene, e di un altro anonimo recapitato in Procura.
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