PALERMO. Leoluca Orlando non intende mollare la guida di Palazzo delle Aquile e prenota la sua (ri)candidatura alle elezioni amministrative della primavera del 2017. Lo fa nel corso di un incontro convocato dopo il corto circuito della maggioranza in occasione della seduta in Consiglio sul piano triennale delle opere pubbliche (emendamenti dell’amministrazione bocciati) e sulla delibera di rimodulazione dei mutui (lasciata a morire).
Una riunione-fiume a Villa Niscemi in cui erano presenti i venti consiglieri del Movimento139, la giunta al completo (tranne l’assessore Raimondo, all’estero) e il responsabile politico, Fabio Giambrone.
Serrate i ranghi, ordina il professore. Non è più tempo di polemiche e di tensioni. Regala ai presenti il sogno di ripetere l’esperienza «perché la nostra nuova avventura riparte da quelli che siamo in questa stanza», ha detto.
È stato abile, il sindaco, a non prendere di petto le questioni nate a Sala delle Lapidi l’altra sera, quando certo la sua maggioranza non ha rimediato una bella figura sotto i colpi dell’opposizione e, soprattutto, sotto il fuoco amico degli stessi consiglieri di maggioranza che hanno arretrato di fronte ad alcuni provvedimenti sponsorizzati da Emilio Arcuri.
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