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Reset al posto di Gesip, l'M5s attacca: "Altra presa in giro di Orlando"

I parlamentari palermitani M5S alla Camera e all'Ars bocciano la nuova società consortile tra Comune, Rap e Sispi che ingloberà pure gli operai Gesip

PALERMO. «Reset è una presa in giro, un follia che va fermata. Il sindaco faccia un referendum, chieda ai palermitani se vogliono l'ennesimo carrozzone mangiasoldi, visto che saranno loro a pagarlo». I parlamentari palermitani M5S alla Camera e all'Ars bocciano la nuova società consortile tra Comune, Rap e Sispi che ingloberà pure gli operai Gesip.

«Reset - dice il deputato nazionale Riccardo Nuti - è una grande presa in giro da parte di questo sindaco e di questa politica delle larghe intese in salsa palermitana. Questa follia va fermata perchè è chiaramente l'ennesima scatola da riempire con assunzioni clientelari. Orlando continua a cambiare nome alle società, sperando che tutti non si accorgano della trappola». Per Nuti «la storia del risparmio di Irap e Iva è la solita favoletta che viene raccontata da Consiglio comunale, giunta, sindaco e sindacati per rifilare l'ennesimo pacco ai cittadini. Investire 30 milioni in una società che ne ingloba una (Gesip) che è arrivata a perdere 10 milioni all'anno è vergognoso oltre che irrazionale».

«Orlando - prosegue Nuti - chieda alla città se vuole pagare l'ennesimo megacarrozzone dove poter imbarcare chi si vuole, senza concorso. Indica un referendum serio sull'argomento e lasci decidere ai palermitani se vogliono o meno questa nuova società. A Palermo l'unica cosa da resettare è questa politica dell'inciucio e delle clientele che da decenni tiene sotto ricatto la città». Bocciata senza mezzi termini anche la richiesta di cassa integrazione in deroga per i dipendenti Gesip, «in parte pagata dal Comune, ovvero dai palermitani».

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