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La morte di Amri, il superstite palermitano: "Peccato non sia stato preso vivo"

PALERMO. "Sarebbe stato meglio se l'avessero preso vivo, forse così avremmo potuto sapere di più delle connivenze e degli appoggi che ha avuto: insomma poteva servire per le indagini". Così Giuseppe La Grassa, il palermitano scampato alla strage di Berlino, commenta l'uccisione, in un conflitto a fuoco con la polizia, di Amir Amri, il tunisino ritenuto autore dell'attentato.

"Gli agenti hanno fatto il loro lavoro. Hanno reagito. Meglio sia morto un terrorista che un poliziotto", aggiunge. La Grassa ha riportato gravi ferite al volto e verrà operato il 28 dicembre.

L'AGENTE FERITO. Si è conclusa con successo, intanto, all'ospedale San Gerardo di Monza l'operazione di rimozione della pallottola che questa notte ha colpito alla spalla destra l'agente di polizia Christian Movio, ferito dal killer di Berlino. L'agente "sta bene ed è tranquillo, non è mai stato in pericolo", ha detto il dottor Giovanni Zatti, primario di Ortopedia del San Gerardo.

"Il proiettile era entrato nella spalla destra e si era fermato a livello superiore, era rimasto superficiale", ha spiegato il dottor Giovanni Zatti. "L'operazione è durata 15-20 minuti e non è stata particolarmente difficile, l'agente sarà ricoverato - ha spiegato Zatti - ma poco, vedremo il post operatorio. Tornerà al lavoro al cento per cento sicuramente". "All'inizio l'agente non sapeva chi gli aveva sparato, ma poi dei colleghi glielo hanno detto e penso che per lui - ha commentato il primario - sia una bella soddisfazione". Al momento il paziente "è tranquillo, ma di più non vi posso dire perché non l'ho intervistato".

"Sono felice di essere stato utile in questo marasma che sta succedendo in Europa", ha detto Christian Movio. "Il comportamento del mio collega di pattuglia è stato esemplare, ha reagito appena lui ha estratto la pistola dalla giacca e mi ha sparato. Io gli avevo appena chiesto di aprire lo zainetto".

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